giovedì 16 febbraio 2006

Madri selvagge

Uscirà tra breve il libro di Alessandra Di Pietro e Paola Tavella, Madri selvagge. Contro la tecnorapina del corpo femminile, Einaudi, «Stile libero», pp. 152, € 11,00. Le autrici sono salite, come si suol dire, agli onori della cronaca per una lettera aperta che alla vigilia del referendum del giugno 2005 invitava le donne ad astenersi dal voto, perché le tecniche di fecondazione assistita «consegnano la procreazione nelle mani della tecnica e la sottraggono nei fatti, nel simbolico e nell’immaginario, al potere femminile». Ciò che è difficile capire è non solo perché mai una tecnica che consente alle donne di procreare quando non possono dovrebbe costituire una diminuzione e non un incremento del loro potere, ma anche per quale ragione Alessandra Di Pietro e Paola Tavella si definiscano «libertarie»: è impossibile trovare una qualsiasi accezione di questa parola che sia compatibile con la limitazione per legge delle altrui possibilità di scelta. A parte le inevitabili associazioni con la neo-lingua orwelliana, viene quasi da pensare che essa sia stata usata come uno sberleffo da chi tanto libertario in fondo non è. Speriamo che il libro ci aiuti a capire meglio.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Evidentemente non sono nè libertarie nè liberali.

La questione è appunto: perché mai una tecnica che consente alle donne di procreare quando non possono dovrebbe costituire una diminuzione e non un incremento del loro potere?

Credo perchè la tecnica è di per sè assimilata al potere maschile. Dubito molto che su questo serva ragionare e argomentare. Occorrerebbe semmai una opposta produzione simbolica.
Forse può giovare far sapere in giro che c'è un femminismo importante che va in direzione opposta, da Haraway a Braidotti.

bye

Giuseppe Regalzi ha detto...

Eppure qui c'è un corto circuito logico su cui mi sembra opportuno insistere. La tecnica può sottrarre potere a un'idea del femminile visto come potere riproduttivo, ma la donna concreta che ha un problema di sterilità non è la stessa cosa dell'"idea del femminile"!
Nota anche l'odiosità della limitazione imposta alle altre donne da parte di due tizie che i figli li hanno avuti, ne sono tutte fiere, e poi danno lezioni alle "poverette" che non si rendono conto che la capacità generativa delle donne non è soltanto nel far figli! Il loro articolo sul Foglio è agghiacciante.

Anonimo ha detto...

Invito vivamente tutte/i coloro che hanno espresso commenti sulla posizione di Alessandra Di Pietro e Paola Tavella, a LEGGERE per intero il loro libro, Madri selvagge, ricco di informazioni su quanto avviene nel campo delle tecniche di riproduzione artificiale. Solo a lettura avvenuta è possibile immaginare un dibattito costruttivo e fuori da banali schemi e facili giudizi. Se non vogliamo abbandonarci alla banalità del male, è meglio fare un piccolo sforzo (di lettura) e spalancare gli occhi: lo scenario è davvero poco edificante. Non mi piacciono i catastrofismi, ma da femminista elementale radicale, dico che se si vuole evitare la furia delle donne, è meglio che chi gioca sui nostri corpi faccia un passo indietro. E inoltre, perchè nessuno si interroga più seriamente sull'infertilità, tanto maschile che femminile???

Giuseppe Regalzi ha detto...

Contiamo di mettere sul blog una recensione del libro entro pochi giorni.

Anonimo ha detto...

prestare il fianco all'intrusività delle multinazionali delle biotecnologie per assecondare falsi bisogni creati per il raggiungimento di uno status che non ci appartiene non è libertà. sono con le madri selvagge.