martedì 11 aprile 2006

Sui risultati elettorali

Lasciamo stare le considerazioni generali: su una legge elettorale a cui ci si sarebbe dovuti opporre con tutti – tutti – i mezzi; su strategie elettorali dell’Unione – Caruso, le tasse – che sembravano partorite da quinte colonne della destra (e menomale che il cosiddetto Grande Comunicatore comunicasse alla fine solo di non starci tanto con la testa); su un paese che per avere infine un po’ di luce dovrà attendere verosimilmente che Il Burlesco Inviso esca di scena. Occupiamoci soltanto dei temi che ci interessano di più qui a Bioetica. Quali prospettive, per esempio, di sanare almeno in parte la vergogna della legge 40 sulla procreazione assistita? Non buone, purtroppo: per riuscirci bisognerebbe coinvolgere i Fini e le Prestigiacomo del centrodestra, aggirando l’ostacolo dei clericali della Margherita. La Rosa nel Pugno non ha ottenuto il successo sperato, ma ha probabilmente dato la vittoria al Centrosinistra, e qualcosa potrà chiedere in cambio. In ogni caso, si tratterà di modifiche limitate; di diritto alla genitorialità per le coppie omosessuali o di clonazione terapeutica, neanche a parlarne.
Ma questa è una prospettiva tutta e solo politica. Il fatidico «Che fare?» richiederà, penso, risposte diverse. La lotta, più che parlamentare, è culturale: la posta in gioco è l’egemonia sulla società, la conquista dello spazio lasciato libero dall’estinzione del marxismo e finora colonizzato solo dalle muffe clericali. La riflessione bioetica razionale, che già costituisce e costituirà sempre di più parte essenziale dell’identità liberale e libertaria, deve abbandonare il mondo chiuso delle riviste accademiche, e diventare patrimonio di una classe dirigente rinnovata.
Gli errori da confutare, i valori da seppellire non sono, o non sono tanto quelli delle theoconettes e dei teocon fu Popper, delle Stranecristiane e dei Christian, dei Pretini Superbi e dei loro oh-tanto-intelligenti-direttori, delle Madri Ruspanti e dei Socci, giù giù fino ai ragazzotti che hanno scambiato Joseph de Maistre per Tocqueville; sono piuttosto quelli di chi sta dalla parte giusta, ma ripete a pappagallo le vecchie giaculatorie: «l’aborto resta comunque sempre un dramma», «no al cibo di Frankenstein», «non vorrete mica un mondo pieno di bambini con gli occhi azzurri e i capelli biondi?».
E quando verrà l’occasione, bisognerà ricordarsi dell’errore commesso al tempo del referendum, e spiegare alla gente, a tutti quanti, qual è la vera posta in gioco. Senza timore, questa volta, di farsi capire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Berlusconi:
"Al paese - ha aggiunto - non fa bene andare avanti in una specie di guerra civile. Dobbiamo dismettere il viso delle armi e pensare di sederci responsabilmente in un tavolo pensando all'interese del paese».

Figlio di buona donna. Esaspera i toni, contribuisce a dividere il paese, e adesso che ha perso, perchè ha PERSO il governo, vorrebbe le intese.Per essere cmq in gioco.
Ma quando mai ha cercato le intese quando era lui al governo ?

Cmq, abboccheranno i tremuli leaders di csx?

Maria José

Giuseppe Regalzi ha detto...

Speriamo di no. Anche perché questo significherebbe quasi certamente la fine dell'Unione. Meglio sarebbe tentare l'alea di nuove elezioni al Senato, con regole riscritte.