giovedì 11 maggio 2006

Cacogenica e diagnosi preimpianto

Nel Regno Unito la Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) ha esteso in questi giorni l’elenco dei geni difettosi sottoposti a screening nell’embrione durante la fase di preimpianto della procreazione assistita. La lista adesso comprende i geni BRCA1 e BRCA2, che implicano per i portatori una probabilità dell’80% di sviluppare cancro al seno e del 40% cancro alle ovaie, e il gene HNPCC, che è associato con un rischio dell’80% di sviluppare tumori del colon. Questo genere di malattie colpisce in genere non prima di trenta o quarant’anni di vita. Fino al 2004 la HFEA ammetteva lo screening solamente per malattie genetiche che colpivano fin dalla prima infanzia e che avevano il 100% di probabilità di svilupparsi. Nel novembre di quell’anno la diagnosi preimpianto era stata estesa per la prima volta a un gene che conferiva un alto rischio di sviluppare cancro all’intestino dopo venti o trent’anni di vita («UK extends gene screening of embryos», New Scientist.com, 10 maggio 2006).

Non sono mancate naturalmente le voci che hanno gridato alla «deriva eugenica». A maggior ragione non si dovrebbe però definire «cacogenista» chi pretende di far venire al mondo una persona destinata con molta probabilità a morire di cancro a trent’anni? A meno che non si preferisca impiegare un termine più schietto: «sadico».

Aggiornamento: poco dopo che la nuova politica della HFEA era stata resa pubblica, è stata divulgata con grande risalto dai media la notizia del bambino concepito in seguito a selezione genetica nei confronti del gene che causa il retinoblastoma, un tumore della retina che causa la cecità. Anche in questo caso la procedura era stata autorizzata dalla HFEA. Per i dettagli si veda «Woman pregnant with baby selected to avoid childhood cancer», BioNews, 15 maggio 2006.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Le percentuali di embrioni su cui verrà fatto quel tipo di screening e che risulteranno portatori di quei geni è talmente bassa che è davvero fuori luogo parlare di " selezione genetica " .

Però, lo stesso, non si può non ammettere che ognuno di questi piccoli passi porta ad una direzione, la possibilità sempre più estesa di " intervenire " nel processo delle nascite e regoazioni delle stesse.
E questo mette un po' di timore. Comunque.

Anonimo ha detto...

Il commento su era mio :).


Maria José