lunedì 29 maggio 2006

Senza condom l’Uganda muore

Lo abbiamo sentito o letto più volte in una forma o nell’altra. Per esempio sul Foglio del 27 aprile («Ecco perché chi assicura “sesso sicuro” con il preservativo mente», p. 2), che riprendeva i concetti espressi in un libro del 2004 dal cardinale Alfonso López Trujillo:

C’è ora, a dare ragione alla chiesa, il caso dell’Uganda, l’unico paese africano che è riuscito a dimezzare il contagio [da HIV] grazie a una politica di prevenzione che dal 1991 è incentrata sull’astinenza dai rapporti sessuali promiscui e sull’invito ai giovani perché inizino più tardi l’attività sessuale.
Adesso da questo paradiso della virtù ricompensata arriva una notizia di segno un poco differente: in un discorso tenuto il 18 maggio scorso a Kampala, il Direttore Generale della Uganda Aids Commission (UAC), Kihumuro Apuuli, ha rivelato che da 70.000 nel 2003 il numero di nuove infezioni da HIV è quasi raddoppiato nel 2005, toccando i 130.000 casi.
La storia delle distorsioni, degli inganni e in ultimo della follia criminale che hanno condotto a questo triste risultato ci viene raccontata, in due articoli dettagliati e documentatissimi apparsi entrambi il 25 maggio, da Esther Kaplan («A disaster for abstinence ideology», Talk to Action; grazie ad Angela per la segnalazione!) e da Daniel DiRito («Abstinence: Uganda HIV Rates Suggest Failure», Donklephant), che si rifanno in parte all’eccellente pagina «HIV & Aids in Uganda» di Steve Berry e Rob Noble, Avert.org.
Una campagna iniziata nel 1986, che prevedeva sì l’invito ad astenersi dal sesso prematrimoniale e a rimanere fedeli al proprio partner, ma anche – particolare spesso taciuto – la massiccia diffusione di preservativi, aveva contribuito a ridurre la percentuale di sieropositivi sul totale della popolazione adulta dal 15% del 1991 al 4,1% del 2003 (nonostante qualche dubbio sull’attendibilità delle statistiche). Ma nel frattempo l’influenza dell’Amministrazione Bush (appoggiata dalle locali chiese evangeliche) cominciava a farsi sentire: ingenti aiuti finanziari venivano subordinati all’adozione di una politica che si imperniasse tutta sull’astinenza sessuale, riducendo sempre di più il ruolo dei profilattici. Nel 2004, con la scusa di controlli di qualità, le scorte di condom fino ad allora distribuite gratuitamente nelle cliniche venivano ritirate, e non più rimesse in circolazione, neanche quando se ne dimostrava la sicurezza. Nuove tasse scoraggiavano anche l’acquisto dei profilattici, fino a che alla metà del 2005 si verificava una vera e propria crisi di scarsità. Il resto, purtroppo, è cronaca.

2 commenti:

InOpera ha detto...

Problema grave l'AIDS. Ma cosa lo causa? Il punto è esattamente questo. Secondo la comunità scientifica più ampia è l'HIV. Secondo altri scienziati, tra cui il nobel Mullis, no. Ovvero, l'AIDS è una parola che racchiude una serie di malattie che causano immunodeficenza acquisita e quindi un modo efficace di combatterle non è astinenza o solo prevenzione, ma aumentare le condizioni sociale-igeniche-culturale di un paese. Lì dove sono assenti, qualsiasi "virus" trova terreno fertile per vivere, riprodursi e passare da un organismo all'altro. Non basta dire "no sex".

Giuseppe Regalzi ha detto...

Su questo punto ti ho già risposto più di un mese fa, in un apposito commento.