giovedì 19 ottobre 2006

Carofarmaco: possibile risparmio di 400 milioni di euro? La Commissione Affari Sociali respinge l’emendamento

La salute è un bene prezioso ma molto costoso. La promozione e la prevenzione della salute, d’altra parte, sono un sintomo importante dell’avanzamento di un Paese. E la gratuità del sistema sanitario nazionale è una condizione fondamentale del Welfare.
Purtroppo la spesa sanitaria pubblica supera spesso il budget stanziato e le soluzioni prendono l’aspetto della riduzione dell’assistenza sanitaria e farmaceutica gratuita.
Prima di tagliare o limitare l’assistenza sanitaria gratuita, però, sarebbe razionale e augurabile individuare e ridurre gli sprechi.
Con questo intento alla Commissione Affari Sociali era stato proposto un emendamento all’articolo 94 della Finanziaria, “Iniziative in materia di farmaci”, per iniziativa di Donatella Poretti (RnP), e sottoscritto da Tommaso Pellegrino (Verdi), Luigi Cancrini (PdCI) e Daniela Dioguardi (Prc).
La proposta era di favorire la somministrazione individuale dei farmaci, soprattutto quelli di fascia A: il medico prescrive la dose necessaria, il farmacista consegna la quantità esatta invece che l’intera scatola (che spesso rimane abbandonata negli armadietti, inutilizzata e a rischio di scadenza).
In Galizia questa modalità di somministrazione ha ridotto la spesa sanitaria del 35%. In Italia, per i soli antibiotici, si potrebbe arrivare a risparmiare 400 milioni di euro. Nell’anno passato la spesa sanitaria a carico del servizio sanitario nazionale per i farmaci prescritti ha sforato di circa 380 milioni di euro.
Tagliare abbatte i costi, ma non risolve i problemi. Eliminare gli sprechi sembra essere una strada di gran lunga preferibile.
L’emendamento è stato respinto ieri senza motivazioni.

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