mercoledì 7 marzo 2007

Continuiamo così, facciamoci del male...

L’Antipatico, 7 marzo 2007.

TEMA: Omosessuali sono malati oppure no?
Gay si nasce, per alterazione cromosomica, oppure si diventa (per vizio, ho la tentazione di aggiungere)?

La voce di Maurizio Belpietro come sottofondo: … Percorso di preghiera e psicoanalisi: molti si sono iscritti e anche guariti! (Complice il servizio che sta per partire sul caso di un ragazzo, oggi 42enne, convertito alla “normalità”).

Un ragazzo che per 10 anni è stato omosessuale e poi “si è fatto curare”.
“Andavo nelle discoteche e incontravo tanti uomini” (io mi chiedo tra me e me: è caratteristica propria dell’essere omosessuale? Tutti gli omosessuali vivono così? Suvvia!).

“Mi sono riavvicinato alla preghiera. Ho frequentato gruppi”.

“Ho il desiderio di avere una famiglia” (ancora io mi domando: è escluso dall’essere omosessuale il desiderio di avere un compagno e dei figli?).

Alessandro Cecchi Paone: “Non esistendo una malattia non esiste una cura”.

Dr. Giancarlo Ricci, rappresentante della cura antigay.

A domanda di Belpietro “Quanti hanno deciso di diventare eterosessuali?”, risponde: “È difficile fare una statistica” (vabbeh, almeno qualche numero, dacci i numeri. Almeno un caso, raccontaci un caso!).

Cecchi Paone: “L’orientamento può cambiare, non c’entra con la malattia e con la presunta terapia”.

(testimonianza)
a domanda “Come definiresti l’omosessualità?”, risponde: “Un disagio, una ferita che uno ha ricevuto, e con la sua sensibilità e personalità ha tradotto in omosessualità”. (Sarà il suo caso, ma perché scivolare nella definizione universale?).
E di fronte alle proteste degli omosessuali di fronte a questo scenario aggiunge: “Come si permettono di discriminare chi ne vuole uscire?” (Nessuno, il punto non è discriminare o impedire a chi vuole di “uscirne”, ma sostenere che si esce da una patologia, da una malattia. Ecco quel è il punto).
E ancora: “La famiglia è importante come modello di uomo e di donna” (e io ancora: secondo te, è il tuo modello. Va bene, ma deve essere per tutti così?).

A domanda “Com’è il percorso riparativo, un misto di preghiere e terapia?”, Ricci risponde: “La pratica psicanalitica è diversa dalla preghiera” (io: menomale, almeno questo).
“Lavoro soggettivo …” (io: che significa “lavoro soggettivo”?).

(La voce di Cecchi Paone: “A forza di preghiera non succede niente!”, io: grazie!).

Intanto Ricci prosegue: “Una lacerazione implicata dall’omosessualità, ecco cosa curo” (io: lacerazione che non è implicata dall’omosessualità, uno può essere lacerato pure se è eterosessuale, asessuato o confuso).
Intanto Ricci (su richiesta di Cecchi Paone) dice di appartenere alla scuola freudiana.

Cecchi Paone ricorda che in tutto il mondo le scuole di psichiatria e di psicoterapia escludono che l’omosessualità sia una patologia e che, quindi, si possa curare (sarebbe abuso di terapia medica!).

Ricci: “Ricordo un elemento storico, come è stata derubricata dal DSM IV nel 1973, ovvero con votazione in un particolare modo dove esponenti dell’APA hanno detto che motivi legati alla situazione sociale avevano votato per la cancellazione. (E un’eco: “Dunque sono state le lobby gay che hanno fatto derubricate l’omosessualità??)

E in chiusura Cecchi Paone: “Attenti, pazienti, a questo medico perché vi rovina!” (io: com’è che si dice, non gliel’ha mandata a di’!).
E aggiunge: “Allora i 50.000 di sabato (Diritti ora!) sono pazzi e malati!”.

Ricci: “Mi meraviglio del riferimento politico. L’omosessualità è un disagio. (io: non era una malattia??) Per coloro che ritengono sia una condizione dolorosa soggettiva si può curare...”.

(Perdonate lo stentato italiano, devo imparare a stenografare...).

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