sabato 30 giugno 2007

Pornografia di un massacro

Già le immagini non sembrano essere necessarie. Ma non basta: ci sono anche l’audio del dramma familiare e il video dei vicini. Manca solo il sangue finto (a pensarci bene qui ci poteva scappare pure quello vero altro casetta di Cogne nello studio di Porta a Porta!).
(Dal corriere.it di oggi.)

Vite parallele: Sarkozy e Grillini

Da Le Monde di ieri:

In nome del rispetto «per le credenze e per il modello familiare a cui è connesso l’istituto del matrimonio», Nicolas Sarkozy si era detto contrario [in campagna elettorale] all’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso.
Prima di scoraggiarvi (o di emettere grida inarticolate di giubilo, a seconda dei gusti), leggete il resto dell’articolo («Le gouvernement prévoit une union civile pour les homosexuels et des droits pour les beaux-parents», 29 giugno 2007):
Aveva proposto invece di istituire un contratto di unione civile, da celebrare in municipio e non nella cancelleria del tribunale (come avviene per i Pacs). Questo contratto conferirebbe gli stessi diritti sociali, patrimoniali e fiscali del matrimonio, ad eccezione di ciò che riguarda i rapporti di filiazione.
Se la Francia approvasse questa norma, si unirebbe al gruppo dei paesi europei che hanno iniziato questo percorso negli ultimi sei anni. La Danimarca – il primo paese ad autorizzare il matrimonio omosessuale, nel 2001 – è stata seguita due anni dopo dal Belgio e poi dalla Spagna, mentre la Gran Bretagna ha creato nel 2005 un partenariato civile che garantisce gli stessi diritti del matrimonio.
E questo è un conservatore. In Italia una proposta di legge quasi identica è stata presentata (ovviamente solo come gesto di testimonianza) dall’On. Franco Grillini...

Il disegno di legge francese dovrebbe essere discusso nel prossimo autunno.

venerdì 29 giugno 2007

Robert Lanza alla riscossa

È passato quasi un anno da quando Robert Lanza, della Advanced Cell Technology, annunciava dalle colonne di Nature la creazione di cellule staminali embrionali ‘etiche’. Mentre la tecnica oggi in uso consiste nel fare a pezzi l’embrione per ricavarne le staminali, Lanza e la sua équipe decisero di sfruttare le modalità di prelievo adoperate normalmente per la Diagnosi genetica di preimpianto. Queste consistono nell’estrazione di una o due cellule, quando l’embrione ne conta circa otto in tutto. Le cellule prelevate vengono analizzate per determinare se contengono anomalie genetiche, e l’operazione non sembra comportare conseguenze negative per l’embrione, che può in seguito svilupparsi normalmente. Ecco dunque l’idea di Lanza: utilizzare quelle cellule non per la diagnosi genetica, ma per farle moltiplicare fino a dare origine a una linea di staminali embrionali, senza distruggere l’embrione.

All’annuncio del successo ottenuto seguì per un attimo il plauso, perfino eccessivo, dei mezzi di comunicazione; ma fondamentalisti e integralisti reagirono quasi subito. La tecnica di Lanza sfruttava infatti la fecondazione in vitro, e in particolare l’odiatissima Diagnosi genetica di preimpianto, quasi promuovendone l’uso (si sarebbe potuto concepire in teoria un futuro, benché remoto, in cui da ogni embrione concepito in vitro si estraessero due cellule: una per costituire una scorta di staminali ad uso del nascituro, e un’altra – già che ci si era – per la diagnosi genetica). Ecco dunque partire una violentissima campagna di demonizzazione, che faceva leva su un’imprecisione giornalistica. Mentre infatti Lanza, allo scopo di minimizzare il numero di embrioni impiegati nella ricerca, aveva prelevato ben più di due cellule da ogni singolo embrione, distruggendoli, il lavoro era stato presentato dalla rivista come se avesse lasciato indenni gli embrioni. Da qui l’accusa a Lanza, montata ad arte, di avere mentito e di non avere ottenuto in realtà il risultato vantato.
Perché l’accusa era menzognera? Perché lo scopo di Lanza – raggiunto in pieno – era quello di dimostrare la derivazione di staminali dalle cellule prelevate a quello stadio precoce, non di dimostrare che il prelievo di quelle cellule non danneggia l’embrione: questo secondo obiettivo era stato raggiunto infatti da molto tempo, appunto con la tecnica ormai di routine della Diagnosi genetica di preimpianto. Nell’applicazione pratica, ovviamente, le cellule prelevate sarebbero state una o due, e l’embrione sarebbe quindi sopravvissuto. Ma queste considerazioni erano state del tutto taciute dalla disonesta propaganda dei reazionari.

Qualche giorno fa un comunicato stampa della Advanced Cell Technology («Advanced Cell Technology Develops First Human Embryonic Stem Cell Line without Destroying an Embryo», 21 giugno 2007) ha annunciato finalmente che la tecnica di Lanza è stata applicata con successo come se fosse a regime: prelevando appunto una cellula singola; pur nell’attesa di una pubblicazione scientifica, sembra proprio che si possa prendere per buona la notizia. Il timing dell’annuncio non è casuale, coincidendo praticamente con il veto annunciato da George W. Bush al nuovo voto del Congresso sul finanziamento federale alla ricerca tradizionale sulle staminali embrionali: Lanza e i suoi sperano di aver proposto un’alternativa valida che non incappi nelle maglie strettissime dell’etica di Stato americana, e di poter dunque attirare soldi pubblici nelle proprie casse.
Non è possibile prevedere quali saranno le reazioni degli integralisti di casa nostra. Per ora la notizia non sembra essere passata sui loro fogli – probabilmente aspettano un input d’oltreoceano (molta della propaganda che si spaccia qui da noi è in realtà una versione italiana riciclata del fanatismo fondamentalista della Bible Belt e dintorni); ma negli Usa si registra per ora soltanto qualche battutina livorosa: si spera verosimilmente che la campagna diffamatoria abbia minato la credibilità della Advanced Cell Technology.
Al di là di queste miserie, il giudizio sulla ricerca di Lanza rimane necessariamente in chiaroscuro: se da un lato la nuova tecnica potrebbe avere applicazioni interessanti, e dimostra comunque la maestria di chi l’ha ideata, dall’altro rappresenta – per quello che si può vedere – un metodo molto meno produttivo di quello tradizionale. Ma soprattutto, cercare di venire incontro ai fanatici rischia di legittimare di fronte all’opinione pubblica le ubbie di chi vede in ogni embrione una persona, rompendo il fronte della fermezza laica. L’appeasement, del resto, come si è visto anche in questo caso, non porta mai molta fortuna a chi lo pratica...

Operazione: Pretofilia (agente speciale Luca Volontè)

Pochi giorni fa l’irriverente Molleindustria lancia un nuovo videogioco annunciando (cliccando su Play “Lasciate che i fanciulli vengano a me”, Mt 16, 14, introduce il gioco...):

In occasione del “love boy day”, la giornata internazionale dell’orgoglio pedofilo, pubblichiamo un gioco a supporto dell’istituzione più impegnata in difesa dei pederasti: la Chiesa Cattolica.
Ispirato al controverso documentario della BBC Sex crimes and Vatican, Operazione Pretofilia è un gioco di strategia che vi introdurrà alle affascinanti pratiche di gestione delle emergenze costantemente messe in atto dalla Chiesa. Il gioco è sconsigliato ai minorenni ed ai laici.
Passano pochi giorni (tempo necessario per capire il gioco) e Luca Volontè si mobilità per far oscurare il gioco definendolo
Provocatorio e offensivo: l’ennesimo attacco alle istituzioni religiose e alla fede cristiana. Il Governo provveda con urgenza a oscurare il sito che consente di scaricare ‘Operazione pretofilia’, ‘gioco-flash’ scaricabile da Internet che riproduce la simulazione di stupri su bambini, da parte di preti, non ostacolati da genitori intimiditi e omertosi.
[…]
Si applichi la legge 38/2006: benché virtuali […] la riproduzione e la divulgazione di scene che riproducono eventi così abominevoli sono vietate. Nessuno cerchi alibi con la scusa della libertà di espressione di sedicenti artisti offendendo così la sensibilità umana e religiosa. È necessario che il Governo adotti provvedimenti tali da evitare che anche in futuro possano verificarsi casi analoghi di offese al sentimento religioso e alle confessioni religiose in generale e a quella cattolica in particolare.
Imperdibile il commento dei colpevoli (Volontè vs Molleindustria?):
Luca Volontè: un uomo che riesce ad esprimersi solo in negativo, l’unico difensore di una moralità cattolica attaccata da ogni fronte. Una straordinaria fabbrica di indignazione.
[…]
L’occhiuto e zelante democristiano non poteva certo farsi scappare l’ultimo nostro videogame satirico “Operazione: pretofilia”. Un gioco dichiaratamente provocatorio e difficile da digerire proprio perchè tratto da eventi reali.
[…]
se quei bambini virtuali, alti appena una manciata di pixel, fossero stati seviziati e divorati da perfidi alieni, l’onorevole Volontè si sarebbe scomodato in loro difesa? Non sarà forse il riferimento tragicamente reale, più che la qualità della rappresentazione, a dar tanto fastidio ai cattolici?
Così come è imperdibile la considerazione finale di Ivan Fusco (Operazione Pretofilia: la Chiesa, i pedofili, la satira e la censura, la Stampa, 28 giugno 2007):
Operazione: Pretofilia fotografa la realtà, così come vista dagli autori, e la spara a schermo con contorni di china e colori pastello, per farla rivivere a chiunque abbia voglia di farlo. «Nessuno cerchi alibi con la scusa (corsivo mio, ndr) della libertà di espressione di sedicenti artisti», ha dichiarato Volontè. Ma l’osceno è nello specchio o negli eventi che riflette?
Perché non pensare a una Operazione Volontèfilia (concordo sulla assoluta necessità di specificare che non si tratta di Gian Maria)?

giovedì 28 giugno 2007

Veltroni e la laicità

La parte dedicata al tema della laicità nel discorso del Lingotto di Walter Veltroni non è stata molto ampia, tanto che si può riportarla per intero (uso la trascrizione pubblicata da Repubblica):

Non c’è un «noi» e non ci sono «gli altri», quando si parla degli italiani.
E non ci può essere «noi» e «gli altri» nemmeno quando si tratta del rapporto tra fede e laicità. La cosa peggiore che il Paese potrebbe avere in sorte è la contrapposizione esasperata tra integralismo religioso e laicismo esasperato. È un paradosso insostenibile: il bipolarismo politico e istituzionale deve ancora diventare compiuto mentre a dominare la scena ci sarebbe un dannoso e paralizzante «bipolarismo etico».
No, non può essere. La risposta è nella sintesi. Nel punto di equilibrio, che è dovere della politica e delle istituzioni cercare, tra il valore pubblico delle scelte religiose delle persone e la laicità dello Stato. A nessun cittadino che abbia fede, quale essa sia, si chiederà di lasciare fuori dalla porta della politica il proprio percorso spirituale e i propri valori. Anche i non credenti devono rispettare e tener di conto le opinioni di chi, mosso dalla fede, può portare alimento alla vita pubblica. Al tempo stesso, ognuno è tenuto a rispettare quel che la nostra Costituzione afferma e salvaguarda: la laicità dello Stato Repubblicano.
Ed è la democrazia stessa a imporre, a chi è legittimamente mosso da considerazioni religiose, di tradurre le sue preoccupazioni in valori universali e in proposte concrete ispirate alla ragionevolezza, e non specifici della sua religione. In una democrazia pluralista non c’è altra scelta.
La politica, come è stato giustamente detto, dipende dalla nostra capacità di persuaderci vicendevolmente della validità di obiettivi comuni sulla base di una realtà comune. È qualcosa che vale in particolare per temi come questi, come la tutela della famiglia, come la difesa dei diritti civili di ognuno. A guidarci c’è una Costituzione che indica principi comuni a tutti noi. A guidarci deve essere quel senso della misura, e dell’amore per la coesione della propria comunità, che deve spingere a cercare sempre un punto di incontro virtuoso che non mortifichi i convincimenti degli uni o degli altri.
È questo spirito di ricerca e di confronto che sta alla base della proposta di legge sui Dico. Se è certamente vero ciò che Savino Pezzotta ha detto, circa il valore costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio, è altrettanto vero che, come hanno fatto tutte le altre grandi democrazie, anche in Italia è giusto riconoscere i diritti delle persone che si amano e convivono.
Si può convenire sulla diagnosi veltroniana del pericolo gravissimo per la convivenza civile posto dal «bipolarismo etico»; anche se si vorrebbe sapere in che cosa mai consista quel «laicismo esasperato» che Veltroni contrappone all’integralismo religioso, e che suona un po’ come l’accusa di intolleranza rivolta a chi voglia emarginare dalla vita democratica gli intolleranti e i violenti. Ma suppongo che qui il sindaco di Roma avesse bisogno, per far mostra di equilibrio, di un sia pur fittizio termine di paragone...
Assai meno c’è da convenire, purtroppo, sulla prescrizione di tradurre le preoccupazioni dei credenti «in valori universali e in proposte concrete ispirate alla ragionevolezza, e non specifici della [loro] religione». È da molto tempo, ormai, che la strategia degli integralisti consiste proprio nel camuffare da «valori universali» le proprie idiosincrasie, e nel proclamare che la «ragione» rettamente intesa (in realtà, un pasticcio dogmatico di teologia morale e di filosofia neo-scolastica) le corrobora immancabilmente. La tragedia è che a queste pretese riesce poi difficile resistere, lo scudo costituzionale essendo forse mal progettato per resistere a questo clericalismo en travesti. Anche la persuasione reciproca fallisce, quando una delle parti rimane sorda a qualsiasi argomento razionale, e si limita a ripetere meccanicamente i mantra, per esempio, della sacralità della famiglia eterosessuale o dell’intoccabilità dell’embrione.
Del resto, l’esempio dei DiCo che Veltroni spaccia come buon risultato dello «spirito di ricerca e di confronto» è particolarmente infelice, trattandosi com’è noto di un aborto legislativo che ha tentato di mescolare istanze laiche e pretese clericali in un ibrido non vitale.

Con tutto ciò, rimane purtuttavia che il discorso di Veltroni risulterà probabilmente indigesto ai cosiddetti teodem, il cavallo di troia piazzato dalla Cei all’interno delle mura dell’Ulivo: i loro «principi non negoziabili» mal si conciliano con la ricerca del compromesso e della convergenza su valori comuni. La possibilità che il Partito Democratico possa rappresentare in futuro una parte dell’elettorato laico si gioca tutta sulla fuoriuscita di Binetti, Bobba e compagni, verso il partitino di Pezzotta o verso un consimile nulla. La stessa possibilità di proporre al tradizionale elettorato di sinistra almeno alcuni dei temi del liberalismo economico e della meritocrazia dipende in modo cruciale dalla proposta contestuale di grandi riforme sul terreno più congeniale dei diritti civili: è la lezione che viene dalla Spagna di Zapatero. Qualche analfabeta della politica l’ha finora voluta ignorare, in cambio di una pacca sulle spalle dal cardinal Ruini; ma è sperabile che non tutti i leader del nuovo partito siano uguali – o non tutti i sindaci di Roma, se preferite.

In nome di una battaglia ancora aperta

Stamattina il X Municipio di Roma intitola un giardino a Piergiorgio Welby. È il “suo” giardino, nel quartiere dove Welby viveva; ed è lo stesso che è stato riempito la vigilia di Natale da migliaia di persone che volevano ricordarlo e salutarlo. Persone che lo conoscevano personalmente oppure che avevano letto i suoi scritti, o ancora che lo avevano visto per la prima volta quando aveva chiesto di essere lasciato morire in pace.
Il Presidente del X Municipio, nello spiegare le ragioni dell’iniziativa voluta dal Consiglio comunale e municipale, tocca alcuni nodi fondamentali della richiesta di Welby – divenuta una vera e propria battaglia civile e politica – quali il doveroso rispetto della coscienza individuale e l’autodeterminazione personale. Welby avrebbe potuto esaudire le sue volontà semplicemente, senza clamore, come in molti fanno nella propria casa o in ospedale. Senza disturbare. Ma il suo desiderio, oltre che porre fine a quella caricatura di esistenza cui la malattia lo aveva condannato, era di avviare un dibattito sulle scelte di fine vita e di ottenere una risposta istituzionale non ambigua riguardo al diritto di non avviare o di interrompere trattamenti medici. Oggi, ad oltre sei mesi dalla morte di Welby, la risposta è intrappolata nelle sabbie mobili del testamento biologico e compromessa dal rinvio a giudizio di Mario Riccio.
Non ci sono che le parole del Presidente del Municipio X in ricordo di Welby, “una persona che riusciva a sorridere anche nel dolore”. E un giardino che da oggi porta il suo nome. Troppo poco per chi amava tanto la libertà e la politica.

(Oggi su E Polis)

Foto di Mihai Romanciuc. Altre qui.

lunedì 25 giugno 2007

Socci, la Madonna e «un certo Prodi»

Sulla prima pagina di Libero di domenica un titolo deve aver provocato una bella scossa ai lettori dell’autorevole quotidiano: «Una profezia salvò Prodi da un attentato delle Br» (24 giugno 2007, p. 1). L’autore, ça va sans dire, è Antonio Socci, che attacca alla grande:

Un tragico e inconsulto precipitare degli eventi in Italia, sommosse, scontri, sangue. Abbiamo sfiorato una sanguinosa guerra civile con l’uccisione di Romano Prodi da parte delle Brigate rosse? Sembra un romanzo di fantapolitica, ma se fosse invece una tragedia che abbiamo davvero rischiato di vivere? Un presagio, un drammatico avvertimento soprannaturale, una profezia “sotto condizione”, forse ha permesso di scongiurarla, grazie anche all’eroico sacrificio di una donna ignota a tutti.
Sono righe di purissimo Socci: te lo immagini, leggendole, mentre saetta frenetico gli occhi di bragia dallo schermo del computer a un crocifisso in scala 1:1, come per cercare ispirazione, e quasi senza accorgersene mormora cantilenante libera nos a malo, libera nos a malo, libera nos a malo...
Segue nell’articolo un’ampia digressione sulla madonnina di Civitavecchia – ve la ricordate, no?, quella che nei primi mesi del 1995 piangeva sangue di un individuo di sesso maschile: evidentemente il suo divino figliolo (il proprietario della statuetta si è sempre rifiutato di sottoporsi al test del Dna, giustamente indignato da tanta mancanza di fede nella Madonna e in lui medesimo; o forse, chissà, per mascherare un’umanissima paura degli aghi...). Ma ecco finalmente il pezzo forte:
una signora che viveva in una città toscana aveva saputo per vie «soprannaturali», nell’estate del 1994, che una statuetta della Madonna avrebbe pianto alle porte di Roma, a Civitavecchia, perché eventi tragici potevano verificarsi in Italia se non si fosse pregato molto e fatto penitenza: sconvolgimenti sociali, guerra civile, tanto sangue e pure l’uccisione da parte delle Brigate rosse di «un certo Prodi, eletto al governo».
Va detto che nell’estate del 1994 nessuno parlava di Prodi (non faceva politica) e nessuno più parlava di Br (che solo negli anni successivi tornano fuori e uccidono). Di quella donna sono riuscito a sapere solo questo: che «si offrì come vittima» per risparmiare al suo Paese questa tragedia e che di lì a poco in effetti si è ammalata di una patologia strana e grave.
Impressionante, non è vero? Certo, qualche scettico incallito potrebbe obiettare che le Br, anche quando sono «tornate fuori» negli anni successivi, non hanno mai avuto la forza sufficiente a compiere un attentato a un Presidente del Consiglio (la prima volta che hanno incontrato due poliziotti armati hanno lasciato sul terreno un morto e uno dei componenti di spicco dell’organizzazione è stato catturato con tutto l’archivio segreto). Ma insomma, che cavolo!, proprio questa debolezza sarà merito del sacrificio della profetessa, no?, e quell’ingrato di Prodi dovrebbe riconoscerlo.
Tuttavia, qualcosa continua a non tornare. C’è un vago ricordo che... Un’occhiata all’archivio del Corriere della Sera consente di precisarlo meglio. È il 12 agosto del 1994, e il Corriere a p. 5 rivela: «Prodi “pronto a lavorare per il Centro”», mentre il sommario riporta che «il professor Romano Prodi annuncia il suo ingresso in politica». Il giorno dopo sempre il Corriere, a p. 7, elenca i primi consensi alla proposta prodiana: «Berlinguer: “Prodi guidi l’opposizione”» (nel sommario: «Luigi Berlinguer, presidente alla Camera dei Progressisti Federativi, candida come capo del governo ombra Romano Prodi»). Insomma, non ci voleva esattamente una veggente per azzardare – già nell’«estate del 1994» – la possibilità che di lì a qualche anno «un certo Prodi» potesse ritrovarsi a capo del governo...
E le Br? Socci sembra dimenticare una circostanza che si è ripetuta più di una volta negli ultimi decenni: quando qualche personaggio di spicco si rende particolarmentre inviso a una parte del paese, ecco arrivare puntuale la minaccia delle Brigate rosse – anche quando i brigatisti sono in tutt’altre faccende affaccendati. Il potente viene provvidenzialmente sottratto alle critiche, e dotato di poderosa scorta armata. Così, il 31 marzo del 1994, il solito Corriere propone a p. 4 un titolo drammatico: «“Emilio Fede sei già morto”» (sommario: «Emilio Fede, schierato in campagna elettorale con FORZA ITALIA, ha ricevuto minacce di morte a firma delle Brigate Rosse colonna Walter Alasia»). L’articolo ci informa che analoghe minacce hanno raggiunto Roberto Maroni, «primo ministro ideale secondo Umberto Bossi», e che «Emilio Fede è protetto da una quindicina di giorni da una scorta della polizia» per precedenti minacce telefoniche. Il clima, insomma, era questo.
Vabbè, sbotterà a questo punto Socci, roteando vorticosamente gli occhi di bragia mentre con la carta di credito acquista – meglio tardi che mai! – un accesso illimitato all’archivio on line del Corriere; ma rimane la profezia della madonnina piangente, che si sarebbe verificata solo diversi mesi dopo! Anche qui, però, un’occhiata alle cronache rettifica un po’ il quadro che si vuole dipingere. Era dal 1993 che le Madonne avevano cominciato a piangere, e i fenomeni – una cinquantina in tutto – continueranno anche dopo l’episodio di Civitavecchia: Lazise, Assemini, Valverde, Salerno, Subiaco, Castrovillari etc., tutti smascherati come falsi (ad Assemini la proprietaria della Madonnina non aveva paura degli aghi, e l’esame del Dna rivelò che il sangue era suo). Prevedere un caso in più – e chissà in quali termini, esattamente – non sarebbe stato certo inusuale.
Qualcosa di strano, per la verità, si era verificato riguardo alla Madonna di Civitavecchia. Sul sito di Telefono Antiplagio trovo questa notizia interessante:
dopo le lacrimazioni di Cagliari, una persona si rivolse a Telefono Antiplagio, appena istituito (era il dicembre del ’94), per annunciare l’imminente organizzazione di una nuova lacrimazione che non sarebbe stato facile fermare: il 2 febbraio 1995 cominciò a piangere la madonnina di Civitavecchia. È anche per questo motivo che Telefono Antiplagio ha sempre presentato regolari denunce.
Ma chissà, forse Socci rubricherebbe anche questa come una straordinaria profezia...

domenica 24 giugno 2007

Quando la differenza si sente

Come reagireste se qualcuno affermasse che esiste un tratto psichico intimamente collegato alle funzioni cognitive superiori, che ereditiamo quasi interamente dai nostri genitori? E che è strettamente correlato con il livello educativo, la classe sociale e – sì – anche la razza? E che nulla di ciò che ci succede dopo la prima adolescenza può più cambiare? Prima di indignarvi virtuosamente date un’occhiata a «... In Different Voices», dell’impareggiabile Cosma Shalizi (Three-Toed Sloth, 22 giugno 2007). Scoprirete non solo di che cosa sto parlando, ma troverete anche – soprattutto – una spiegazione plausibile dell’effetto Flynn: l’aumento costante della media dei risultati dei test di intelligenza che è proseguito per la maggior parte del secolo scorso.

Diritto o obbligo di cura?

Il Gip Renato Laviola ha rinviato a giudizio Mario Riccio, il medico che nel dicembre 2006, su richiesta di Piergiorgio Welby, lo aveva sedato e aveva interrotto la ventilazione meccanica (“staccando la spina”) che gli permetteva di sopravvivere.
Lo ha rinviato a giudizio in nome di un diritto alla vita che, nella “sua sacralità, inviolabilità e indisponibilità”, costituirebbe un limite invalicabile per l’esercizio del diritto di autodeterminazione. Secondo il giudice Laviola, il diritto di rifiutare le cure, pur essendo sancito dalla Costituzione italiana, dal Codice di Deontologia Medica e da convenzioni internazionali, verrebbe meno quando, per metterlo in pratica, si rendesse necessaria da parte del medico un’azione e non una mera omissione. Mario Riccio avrebbe pertanto compiuto un reato in quanto non si è limitato a non attuare una terapia, ma ha attivamente provocato il distacco del respiratore che teneva in vita Piergiorgio Welby.
Noi pensiamo che risulti da ciò una limitazione inaccettabile della libertà di ogni cittadino di decidere riguardo ai trattamenti sanitari sulla propria persona: un paziente sarebbe libero di rifiutare di essere attaccato al respiratore (o di essere nutrito artificialmente) ma non gli sarebbe invece garantita la possibilità di interrompere, una volta avviate, la respirazione o la nutrizione artificiale in condizioni medicalmente assistite.
L’argomentazione del Gip Laviola lascia intravedere scenari nei quali sarebbe legittimo obbligare le persone a curarsi anche contro la propria volontà. Il richiamo alla sacralità della vita (oltre al fatto che non si tratta di un concetto né medico né giuridico) rischia di trasformare il diritto alla vita in dovere di vivere e spalanca le porte ad ogni accanimento terapeutico.
Mario Riccio ha esaudito una richiesta precisa e inequivocabile di Piergiorgio Welby: una richiesta di interruzione di un trattamento. Ci chiediamo: un medico che accoglie una simile richiesta agisce in modo legittimo? Noi non abbiamo alcun dubbio sulla liceità morale del gesto, né sulla sua legittimità deontologica, in accordo con l’Ordine dei Medici di Cremona che si è pronunciato in questo senso, archiviando il procedimento disciplinare a carico del collega.
Il problema invece è aperto sul piano giuridico. Mentre il Procuratore della Repubblica di Roma si è pronunciato in sintonia con l’Ordine dei Medici, chiedendo l’archiviazione del caso, opposto – come abbiamo visto – è stato il parere del Gip Laviola.
Riteniamo che sia assolutamente necessario stabilire la certezza del diritto in merito alla seguente questione: un cittadino capace di intendere e di volere, il cui giudizio non è viziato da disturbi dell’umore o da pressioni esterne, può legittimamente rifiutare o sospendere ogni tipo di cura anche quando questo comporterà inevitabilmente la sua morte?
È pacifico che, se un paziente (non ancora collegato al dispositivo che potrebbe mantenerlo in vita) rifiuta di essere collegato a detto dispositivo, nessuno può obbligarlo a farlo. Paradossalmente però, se quello stesso paziente accetta di essere tenuto in vita da un macchinario e poi, dopo un certo periodo di tempo, decide di rinunciarvi, ciò si rivela impossibile, per lo meno nell’opinione di alcuni magistrati. Ma questa asimmetria cozza contro il buon senso. Forse l’avere accettato una terapia priva il paziente della possibilità di cambiare idea e di esercitare ora la sua originaria possibilità di rifiutarla?
Vogliamo sottolineare che far derivare dal diritto alla vita l’obbligo di curarsi implica conseguenze gravi e paradossali, fino a spingere le persone a temere ogni tipo di relazione terapeutica: il paziente, i familiari e anche il medico potrebbero essere indotti a non iniziare una terapia, per esempio la ventilazione, solo per il timore di non poterla più sospendere quando le circostanze dovessero renderla inaccettabile.
Siamo convinti che solo l’intervento del legislatore possa far chiarezza su questo punto cruciale e affermiamo l’assoluta urgenza di questo intervento.

I 716 firmatari fino a questo momento: area sanitaria e non*.

Per chi volesse aderire: inviare nome, cognome, qualifica/professione e città a chiara.lalli@gmail.com.

Il testo integrale della ordinanza di Renato Laviola.


AGGIORNAMENTO: Assolto Mario Riccio (23 luglio 2007).

Pubblicazioni
diario del 29 giugno 2007 con il titolo A proposito di Welby.
Il Punto (notiziario di Libera Uscita) n. 36, giugno 2007.
UAAR Ultimissime, 27 giugno 2007.
Bollettino Telematico di Filosofia Politica, 29 giugno 2007.
Italialaica, 29 giungo 2007.
Tibereide, 2 luglio 2007.
Vivere & Morire, 3 luglio 2007.
Clic Medicina, 5 luglio 2007.
Agenda Coscioni, luglio 2007, Medici contro l’obbligo di cura (p. 7).
Help Consumatori, 11 luglio 2007.
Persona e danno, 17 luglio 2007.


Link
Caro Presidente (lettera aperta a Giorgio Napolitano).
Gli 88 giorni di Piergiorgio Welby.
Per una vita dignitosa (recensione al volume Lasciatemi morire di Piergiorgio Welby).
Autodeterminazione come diritto (disegno di legge presentato al Senato).
Costituzione italiana.
Codice di Deontologia Medica.
Ordine dei Medici di Cremona.
Il Tribunale Ordinario di Roma, 16 dicembre 2006 (pdf).

* La divisione dei firmatari non ha una ragione se non nel criterio iniziale adottato (essendo il documento nato e discusso in un gruppo di neurologi si era inizialmente pensato a firmatari medici).

Area sanitaria

1. Carlo Alberto Defanti (Neurologo, Bergamo)
2. Virginio Bonito (Neurologo, Bergamo)
3. Mariolina Congedo (Neurologo, Trieste)
4. Maddalena Gasparini (Neurologo, Milano)
5. Daniela Tarquini (Neurologo, Roma)
6. Pietro Tiraboschi (Neurologo, Milano)
7. Ignazio Renzo Causarano (Neurologo, Milano)
8. Marcella Gasperini (Neurologo, Verona)
9. Sandro Sorbi (Neurologo, Firenze)
10. Riccardo Cecioni (Medico legale, bioeticista, Arezzo)
11. Gian Domenico Borasio (Neurologo, palliativista, Monaco di Baviera)
12. Eugenio Pucci (Neurologo, Macerata)
13. Federico Morello (Neurologo, Arzignano, VI)
14. Alberto Primavera (Neurologo, Genova)
15. Annamaria Colombo (Anestesista rianimatore, Seregno)
16. Alessandro Tiezzi (Neurologo, Arezzo)
17. Fabio Chiodo Grandi (Neurologo, Trieste)
18. Sara Pareo (Urologo, Roma)
19. Cristina Cusi (Neurologo, Milano)
20. Paola Tortora (Anestesista rianimatore, palliativista, Cervignano del Friuli, UD)
21. Pierlorenzo Papanti Pelletier (Medico geriatra, Cervignano del Friuli, UD)
22. Vincenzo Tomaselli (Chirurgo pediatra, Milano)
23. Fabrizio Fiacco (Neurologo, Bergamo)
24. Donatella Lai (Psichiatra, S. Gavino Monreale, CA)
25. Fabrizia Cioffi (Neurochirurgo, Firenze)
26. Luigi Castaldi (Ginecologo, Napoli)
27. Stefano Canitano (Radiologo, Roma)
28. Guido Bertolini (Medico ricercatore Istituto “Mario Negri”, Ranica, BG)
29. Livio Carnevale (Anestesista rianimatore, Pavia)
30. Maria Grazia Bonalumi (Anestesista rianimatore, Milano)
31. Angelo Giordano (Neurologo, Catania)
32. Arianna Cozzolino (Medico palliativista, Milano)
33. Luisa Cesaris (Medico palliativista, Milano)
34. Massimo Pizzuto (Medico palliativista, Milano)
35. Ezio Crestan (Anestesista rianimatore, Lecco)
36. Emiliano Gamberini (Medico, Ravenna)
37. Irene Petrisi (Igienista, Roma)
38. Francesco Gabriele (Anestesista rianimatore, Castellana Grotte, BA)
39. Simone Rinaldi (Anestesista, Montecatini Terme, PT)
40. Fulvio Agostini (Anestesista rianimatore, Santona, TO)
41. Cosimo Freni (Rianimatore, Roma)
42. Sergio Livigni (Medico, Torino)
43. Ivano Donato (Anestesista rianimatore, Lecco)
44. Roberto Alberto De Blasi (Anestesista rianimatore, Roma)
45. Antonella Potalivo (Anestesista rianimatore, Bologna)
46. Giuseppe Belloni (Anestesista rianimatore, Torino)
47. Simonetta Pastorini (Anestesista rianimatore, Roma)
48. Fabrizio Storace (Psichiatra, Napoli)
49. Franco Gallo (Anestesista rianimatore, Padova)
50. Guido Rasi (Internista, Roma)
51. Stefano Muttini (Anestesista rianimatore, Milano)
52. Aurelia Guberti (Anestesista rianimatore, Ferrara)
53. Giorgio Berlot (Anestesista rianimatore, Trieste)
54. Fausto Maria Molino (Anestesista rianimatore, Roma)
55. Nicola Lalli (Psichiatra, Roma)
56. Ada Ianuaria Fermariello (Specializzando in anestesia e rianimazione, Roma)
57. Pier Giorgio Fabbri (Medico, Palermo)
58. Paolo Del Sarto (Anestesista rianimatore, Massa)
59. Michele Gallucci (Urologo, Roma)
60. Andrea Bianchin (Anestesista rianimatore, Montebelluna, TV)
61. Gennaio Savoia (Anestesista rianimatore, Napoli)
62. Moira Bernard (Anestesista rianimatore, Belluno)
63. Marco Formica (Nefrologo, Cuneo)
64. Paolo Piccinini (Anestesista rianimatore, Modena)
65. Francesco Guidi (Anestesista rianimatore, Pesca, PT)
66. Alfredo Vannacci (Farmacologo, Firenze)
67. Stefano Meinardi (Anestesista rianimatore, Torino)
68. Benvenuto Antonini (Medico, Bassano Bresciano)
69. Francesco Cancellieri (Anestesista rianimatore, Milano)
70. Vincenzo Sgarioto (Medico ospedaliero, Mantova)
71. Luca Arena (Anestesista rianimatore, Pescia, PT)
72. Humberto Pontoni (Medico, Paderno Dugnano, MI)
73. Ronaldo Fossati (Medico, Paderno Dugnano, MI)
74. Pietro Roncato (Anestesista rianimatore, Castelfranco Veneto, TV)
75. Edoardo Calderini (Anestesista rianimatore, Milano)
76. Carlotta Fontaneto (Anestesista rianimatore, Novara)
77. Luigi Targa (Medico, Cesena)
78. Andrea Millul (Medico, Merate)
79. Paola Manzoni (Medico, Merate)
80. Italo Volpe Rinonapoli (Anestesista rianimatore, Roma)
81. Anna Borri (Medico, Milano)
82. Maria Vittoria Lavorato (Medico, Milano)
83. Federica Mariani (Medico, Milano)
84. Maria Luisa Farina (Medico, Bergamo)
85. Modesto Mendicini (Medico, Roma)
86. Lara Porrinis (Anestesista rianimatore, Milano)
87. Michele Paganelli (Chirurgo, Milano)
88. Aurora Piccardo (Anestesista rianimatore, Roma)
89. Giuseppe Renato Gristina (Medico, Roma)
90. Gianmario Monza (Anestesista rianimatore, Cislago, VA)
91. Antonio Pesenti (Anestesista rianimatore, Milano)
92. Mario Peta (Anestesista rianimatore, Pavia)
93. Giovanni Pittoni (Anestesista rianimatore, Padova)
94. Roberto Biffi (Chirurgo, Milano)
95. Elisabetta Medurri (Anestesista rianimatore, Torino)
96. Lucia Lari (Anestesista rianimatore, Pistoia)
97. Marina Frontali (Medico genetista, Torre Gaia, RM)
98. Maria Rosa Salcuni (Anestesista rianimatore, Ivrea, TO)
99. Francesco Massimo Romito (Anestesista rianimatore, Matera)
100. Elsa Galeotti (Anestesista rianimatore, Feltre)
101. Daniela Sanguigni (Nefrologo, Roma)
102. Riccardo Francesconi (Anestesista rianimatore, Cremona)
103. Raul Bucciarelli (Anestesista rianimatore, Belluno)
104. Martin Langer (Anestesista Rianimatore, Ferrara)
105. Marco Zanello (Anestesista Rianimatore, Bologna)
106. Paolo Cesaro (Anestesista Rianimatore, Napoli)
107. Giovanni Pasetti (Anestesista rianimatore, Orbettello, GR)
108. Giuseppe Cavicchio (Anestesista rianimatore, Salerno)
109. Enrico Grassi (Anestesista rianimatore, Feltre)
110. Giorgio Guazzelli (Ginecologo, Feltre)
111. Claudio Melloni (Anestesista Rianimatore, Bologna)
112. Maurizio Eliseo Francesco Solca (Anestesista rianimatore, Milano)
113. Maurizio Furnari (Anestesista rianimatore, Padova)
114. Ugo Guerra (Medico, Bergamo)
115. Romano Tetano (Anestesista rianimatore, Palermo)
116. Claudia Caponnetto (Neurologo, Genova)
117. Gabriele Mora (Medico, Milano)
118. Luciano Orsi (Medico palliativista, Crema)
119. Letizia Mazzini (Neurologo, Novara)
120. Marco Poloni (Neurologo, Bergamo)
121. Marina Rizzo (Neurologo, Palermo)
122. Maria Teresa Marra (Medico, Pratovecchio, AREZZO)
123. Paolo Dongiovanni (Neurologo, Pisa)
124. Mario Manfredi (Neurologo, Presidente SIN, “Società Italiana di Neurologi” Roma)
125. Luciano Gattinoni (Presidente SIAARTI, “Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva”, Milano)
126. Raffaele Pacchioni (Medico, Meolo, VE)
127. Flavio Badii (Medico, Conegliano Veneto)
128. Sally Calva (Anestesita, Torino)
129. Emiliano Cingolani (Anestesista rianimatore, Roma)
130. Daniela Omodei (Anestesista rianimatore, Brescia)
131. M. Francesca Sapuppo (Anestesista rianimatore, Palermo)
132. Francesco Zuccaro (Anestesista rianimatore, Matera)
133. Gabriella Ciceri (Anestesista rianimatore, Alzate Brianza, CO)
134. Paolo Malacarne (Anestesista rianimatore, Pisa)
135. Daniele Poole (Anestesista rianimatore, Belluno)
136. Domenico Sforza (Anestesista rianimatore, San Severo, FG)
137. Luca Tommasini (Medico, Pistoia)
138. Alfonso Ciccone (Neurologo, Milano)
139. Angelo Pezzi (Anestesista rianimatore, Milano)
140. Paola Del Chiaro (Medico, Livorno)
141. Marco Vergano (Anestesista rianimatore, Torino)
142. Annalisa Longobardo (Medico, Torino)
143. Salvatore Vasta (Anestesista rianimatore, Pantelleria, TP)
144. Patrizia Angiolini (Medico intensivista, Firenze)
145. Giuseppe Pulito (Anestesista rianimatore, Scoppano-Maglie-Poggiardo)
146. Roberto Rosi (Anestesista rianimatore, Siena)
147. Gaetano Gritti (Anestesista rianimatore, Firenze)
148. Marco Rambaldi (Anestesista rianimatore, Modena)
149. Giuseppe Ciampo (Anestesista rianimatore, Altamura, BA)
150. Stefania Meregalli (Neurologo, Milano)
151. Eduardo Beck (Anestesista rianimatore, Lecco)
152. Luca Brazzi (Anestesista rianimatore, Milano)
153. Marco Zanello (Anestesista rianimatore, Bologna)
154. Roberto Alfieri (Medico, Bergamo)
155. Riccardo Massei (Medico, Dipartimento Emergenza Urgenza, Lecco)
156. Monica Bonfiglio (Anestesista rianimatore, Chiavari, GE)
157. Bruno Tomassini (Cardiologo, Cavaglià, BI)
158. Emiliano Gamberini (Medico, Ravenna)
159. Raffaele Prodomo (Medico, bioeticista, Napoli)
160. Giorgio Berchicci (Odontoiatra, Isernia)
161. Gianmariano Marchesi (Anestesista rianimatore, Bergamo)
162. Domenico Danza (Ginecologo, Salerno)
163. Ernesto Pizzirani (Medico, Padova)
164. Carlo Oggioni (Medico, Jesi, AN)
165. Lamberto Padovan (Anestesista rianimatore, Montagnana, PD)
166. Elisabetta Chelo (Ginecologa, Firenze)
167. Luisa Caspani (Anestesista rianimatore, Milano)
168. Alberto Parma (Anestesista rianimatore, Milano)
169. Angelo Panio (Anestesista rianimatore, Torino)
170. Massimo Barattino (Anestesista rianimatore, Firenze)
171. Corinna Boniotti (Anestesista rianimatore pediatrica, Brescia)
172. Marco Cigada (Anestesista rianimatore, Milano)
173. Lina Stefani (Anestesista rianimatore, Lecce)
174. Mario Peta (Medico intensivista, Milano)
175. Roberto Oggioni (Anestesista rianimatore, Firenze)
176. Luciano Ditri (Medico, Vicenza)
177. Alberto Parma (Anestesista rianimatore, Milano)
178. Francesco Libero Giorgino (Ginecologo, Padova)
179. Salvatrice Marana (Anestesista rianimatore, Palermo)
180. Santino Marchese (Medico, Palermo)
181. Alessandro Cerutti (Anestesista rianimatore, Moncalieri)
182. Dino Di Pasquale (Anestesista rianimatore, Pisa)
183. Claudio Giuseppe Pusineri (Anestesista rianimatore, Vedano al Lambro, MI)
184. Paola Pieraccioni (Anestesista rianimatore, Firenze)
185. Silvio Viale (Ginecologo, Torino)
186. Fabio Massimo Corsi (Neurologo, Roma)
187. Massimo Neri (Anestesista rianimatore, Bologna)
188. Irene Marri (Anestesista rianimatore, Bologna)
189. Mirella Parachini (Ginecologo, Roma)
190. Corrado De Lipsis (Anestesista rianimatore, Benevento)
191. Davide Corvi (Anestesista rianimatore, Seregno, MI)
192. Massimo Brandolini (Anestesista rianimatore, Padova)
193. Mauro Marinari (Anestesista rianimatore, Lecco)
194. Nicola Ladiana (Anestesista rianimatore, Milano)
195. Franco Toscani (Medico, Olmeneta, CR)
196. Paolo Geraci (Medico, Pavia)
197. Franca Fossati Bellani (Pediatria oncologo, Milano)
198. Sergio Federico Robbiati (Oncologo, Arco, TN)
199. Giovanni Donadoni (Medico, Milano)
200. Luisa Caspani (Anestesista rianimatore, Milano)
201. Basilio Marini (Infettivologo ospedaliero, Bergamo)
202. Antonio Brambilla (Neurologo Bergamo-Seriate)
203. Paolo Brioschi (Anestesista rianimatore, Milano)
204. Sebastiano Castellano (Medico, Mondovì, CN)
205. Marco Aliprandi (Medico, Pavia)
206. Federica Mariani (Internista, Milano)
207. Bruno Balocco (Anestesista Rianimatore, Bergamo)
208. Anna Cecilia Bettini (Medico, Bergamo)
209. Gianluigi Mancardi (Neurologo, Genova)
210. Annamaria Acquarolo (Anestesista rianimatore, Brescia)
211. Angelo Luca (Medico, Palermo)
212. Pietro Schiroso (Radiologo, Roma)
213. Federico Russo (Psichiatra, Roma)
214. Bruno Andreoni (Chirurgo, IEO, Milano)
215. Claudia Moroni (Anestesista rianimatore, Milano)
216. Sergio Vesconi (Anestesista rianimatore, Milano)
217. Albino Fascendini (Medico, Bergamo)
218. Luigi Colella (Medico, Roma)
219. Marta Toscano (Medico, Pavia)
220. Clara Ferruzzi (Pediatra, Bergamo)
221. Pierangelo Bertoletti (Ginecologo, Bergamo)
222. Pier Carlo Bergonzi (Anestesista rianimatore, Milano)
223. Daniela Giudici (Anestesista rianimatore, Milano)
224. Vittorio Pradella (Anestesista rianimatore, Milano)
225. Nicola Brienza (Anestesista rianimatore, Bari)
226. Maria Rebecchi (Palliativista, Crema)
227. Elisa Silvestre (Anestesista rianimatore, Milano)
228. Daniela Orazi (Medico, Roma)
229. Guido Miccinesi (Epidemiologo, Firenze)
230. Donatella Giannunzio (Medico, Cremona)
231. Laura Rigotti (Anestesista rianimatore, palliativista, Rovereto, TN)
232. Giuseppe Nardi (Medico, Roma)
233. Mauro Polo (Anestesista rianimatore, Montebelluna, TV)
234. Marco Sacchi (Medico, Rozzano, MI)
235. Daniela Boccalatte (Anestesista rianimatore, Lucca)
236. Mario Tavola (Anestesista Rianimatore, Lecco)
237. Maria Teresa Grusovin (Camposampiero, PD)
238. Marzia Mingarelli (Medico, Bologna)
239. Paolo Visci (Ginecologo, Pescara)
240. Giorgio Bignami (Già direttore del laboratorio di Fisiopatologia di organo e di sistema dell’Istituto Superiore di Sanità, Roma)
241. Baldassarre Mirra (Medico)
242. Arnaldo Alberti (Anestesista rianimatore, Porto Viro)
243. Rosa Mastropierro (Anestesista rianimatore, Brescia)
244. Maria Antonella Piga (Medico legale, Milano)
245. Edi Prandi (Anestesista rianimatore, Milano)
246. Luigia Scavone (Anestesista rianimatore, Cavaglià, BI)
247. Giovanni Zagli (Farmacologo, Firenze)
248. Massimo Albertin (Ematologo, Abano Terme, PD)
249. Angela Giuffrida (Anestesista rianimatore, Garbagnate Milanese, MI)
250. Giorgio Gambale (Anestesista rianimatore, Forlì)
251. Guido Belinzona (Medico, Pavia)
252. Francesca Rubulotta (Anestesista rianimatore, Catania)
253. Anna Costa (Medico, Carrara, MS)
254. Giovanni Gordini (Direttore Rianimazione-118, Bologna)
255. Franco Benino (Medico, Verona)
256. Giuseppe Cornata (Anestesista rianimatore, Cuneo)
257. Patrizia De Massis (Neurologo, Imola, BO)
258. Daniele Coen (Direttore Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso, Milano)
259. Marcello Navazio (Ginecologo Endocrinologo, Bologna)
260. Carolina Galeazzi (Collaboratore sanitario tecnico infermiere, Orvieto)
261. Daniele Martinuzzi (Operatore specializzato per portatori di handicap, Orvieto)
262. Sarina Lombardo (Infermiere, Cuneo)
263. Claude Karmann (Direttore Scuola Formazione LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
264. Paolo Haim (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
265. Elena Fontana (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
266. Grazia Maria Colico (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
267. Alice Di Fant (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
268. Tiziana Maria Lacchio (Infermiere, Torino)
269. Carla Repetto (Infermiere, Novi Ligure, GE)
270. Maria Angela Marchetti (Assistente Sanitaria, Crema)
271. Claudia Berton (Infermiere, Ivrea, TO)
272. Loredana Scolari (Infermiere terapia intensiva, Torino)
273. Valter Gasperini (Fisioterapista, Rimini, RN)
274. Giacomo Morlini (Fisioterapista, Bergamo)
275. Annalisa Minali (Infermiere, Bergamo)
276. Lucia Colombi (Infermiere, Bergamo)
277. Carmen Savella (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
278. Mariagrazia Sella (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
279. Katia Alberti (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
280. Angela Rossella Aicardi (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
281. Annamaria Ratti (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
282. Luca Erizzo (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
283. Pierfranco Parisi (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
284. Fabio Scalise (Assistente domiciliare, Rho, MI)
285. Giuseppina Gherzi (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
286. Monica Braile (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
287. Renato Jacono (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
288. Elisabetta Tandoja (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
289. Marilena Sohnel (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
290. Ivo Madella (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
291. Maria Grazia Colombo (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
292. Antonella Boni (Fisioterapista, Milano)
293. Nazzarena Ricciardi (Infermiere, Milano)
294. Chiara Bider (Infermiere, Biella)
295. Ada Masucci (Infermiere, Torino)
296. Ornella Bardelli (Infermiere, Cremona)
297. Rosaria Vitale (Fisioterapista, Salerno)
298. Dora Colognesi (Fisioterapista, Bologna)
299. Sabrina Lovato (Infermiere, Verona)
300. Maria Benetton (Infermiere, Treviso)
301. Gennaro Liguori (Infermiere, Grumo Nevano, NA)
302. Nicoletta Riva (Fisioterapista, Mondovì, CN)
303. Antonio Maria Russi (Volontario LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Milano)
304. Cristina Giordanino (Infermiere, Manta, CN)
305. Luisella Ballatore (Infermiere Busca, CN)
306. Sergio Giordano (Veterinario, Rimini)
307. Donato Carrara (Infermiere, Segretario Nazionale NurSind)
308. Antonio Luperto (Ginecologo, Collepasso, LE)
309. Anna Maria Tormene, (Ginecologo Ulss 16, Padova)
310. Paolo Pesiri (Pneumologo ospedalerio, Venezia)
311. Carmela Sapuppo (Oculista, Palermo)
312. Mauro Valocchi (Odontoiatra, Spoleto, PG)
313. Piergiorgio Strata (Neurologo, Torino)
314. Rossana Cecchi (Medico legale, Roma)
315. Alda Maria Valente (Anestesista rianimatore, Roma)
316. Oscar Cattaneo (Infermiere)
317. Rosa Cecilia Lavetti (Infermere, Bergamo)
318. Alberto Caglioni (Infermiere, Bergamo)
319. Margherita Dell’Orto (Cardiologo)
320. Arturo Guarino (Anestesista rianimatore, Genova)
321. Daniele Colombo (Pneumologo, Milano)
322. Lorenzo Di Alesio (Anestesista rianimatore, palliativista, La Spezia)
323. Daria Baldini (Neurologo, Sondrio)
324. Alberto Sbardella (Psichiatra, Roma)
325. Anna Maria Megale (Ginecologo, Taurianova, RC)
326. Claudio Falconi (Fisiologo della Nutrizione, Napoli)
327. Anna Belfiore (Fisiologo, Napoli)
328. Emilio Perissinotti (Neuropsichiatra)
329. Stefano Nava (Direttore Terapia Intensiva Respiratoria, Fondazione S. Maugeri, Pavia)
330. Angela Perletti (Infermiere, Bergamo)
331. Maddalena Andreoni (Infermiere, Osio Sopra, BG)
332. Alessandra Del Bianco (Infermiere, Pontedera, PI)
333. Giuseppe Cereda (Anestesista rianimatore, Milano)
334. Anna Bernasconi (Medico consulente, Monza)

Area non sanitaria

1. Chiara Lalli (Filosofo, Roma)
2. Valerio Pocar (Filosofo, Milano)
3. Carlo Bernardini (Fisico, Roma)
4. Gilberto Corbellini (Storico della Medicina, Roma)
5. Demetrio Neri (Filosofo, Messina)
6. Fulvio Scaparro (Psicoterapeuta, Milano)
7. Filomena Gallo (Avvocato, Salerno)
8. Patrizia Borsellino (Filosofo, Milano)
9. Claudia Moretti (Avvocato, Firenze)
10. Agnese Codignola (Giornalista scientifico, Milano)
11. Roberto Brigati (Filosofo morale, Bologna)
12. Roberto Frega (Filosofo, Bologna)
13. Maria Antonietta La Torre (Bioeticista, Napoli)
14. Maria Beatrice Tessadori (Giornalista, Crema)
15. Nicola Riva (Filosofo del Diritto, Milano)
16. Susi Ferrarello (Dottorando in filosofia, Roma)
17. Matteo Mattei (Impiegato, Roma)
18. Stefania Contesini (Consulente, Parma)
19. Simone Piccinini (Studente, Reggio Emilia)
20. Raffaella Grasso (Dottorando in filosofia, Bologna)
21. Stefano Marino (Dottorando in filosofia, Bologna)
22. Matteo Galletti (Filosofo, Firenze)
23. Stefano Tomelleri (Sociologo, Bergamo)
24. Maria Gigliola Toniollo (Responsabile nazionale CGIL Nuovi Diritti, Roma)
25. Camillo Barbisan (Bioeticista, Treviso)
26. Wilhelmine Schett (Pensionato, Roma)
27. Luciana Cerquetti (Pensionato, Roma)
28. Carla Welby (Docente, Roma)
29. Alfio Galeazzi (Pensionato, Roma)
30. Simone Galeazzi (Scrittore, Roma)
31. Giulio Galeazzi (Studente, Roma)
32. Paolo Lorenzi (Giornalista, Milano)
33. Alessandro Venturoli (Ingegnere, Rovereto, TN)
34. Luigi Quartapelle (Ingegnere, Milano)
35. Serena Tucci (Avvocato, Roma)
36. Giuliana Bellan (Insegnante, Roma)
37. Andrea Bronchi (Avvocato, Chiavari, GE)
38. Giorgio Robiony (Avvocato, Roma)
39. Elena Orsini Costantini (Pensionato, San Giorgio a Cremano, NA)
40. Luigi Costantini (Pensionato, San Giorgio a Cremano, NA)
41. Paolo Buzzanca (Editore, Sassari)
42. Silvio Bettinelli (Psicologo, Crema)
43. Ermanno de Rosa (Ingegnere, Cremona)
44. Marina Bidetti (Giornalista scientifico, Roma)
45. Gianluca Casponi (Giornalista, Roma)
46. Antonio Montanari (Pensionato, Celle, RN)
47. Alessandro Orsi (Impiegato, Roma)
48. Stefania Maurizi (Giornalista, Perugia)
49. Tiziana Mennini (Ricercatrice, Milano)
50. Beniamino Groppali (Avvocato, Cremona)
51. Roberto Satolli (Giornalista, Milano)
52. Tomaso Vecchi (Psicologo, Pavia)
53. Monica Soldano (Giornalista, Roma)
54. Elio Cherubini (Avvocato, Milano)
55. Giacomo Grippa (Circolo Uaar, Lecce)
56. Vincenzo Gueglio (Scrittore, Sestri Levante, GE)
57. Mariapiera Marenzana (Docente, Roma)
58. Andrea Frova (Fisico, Roma)
59. Diego Latella (Primo Ricercatore Cnr, Pisa)
60. Gabriella Serena Cinà (Psicologo, Palermo)
61. Elena Frova (Creative Director, Roma)
62. Consuelo Quattrocchi (Laureanda, Velletri, RM)
63. Paolo Calvani (Fisico, Roma)
64. Gianni Pastore (Primo ricercatore, Guidonia, RM)
65. Pino Cormaci (Producer Cult, Roma)
66. Claudio Cinque (Responsabile Supporto Operativo e Controllo Flotta, Roma)
67. Stefano Lupi (Fisico, Roma)
68. Francesco Denti (Copywriter e producer, Roma)
69. Marco Possenti (Ricercatore, Roma)
70. Mario Capizzi (Fisico, Roma)
71. Alba Rosa Leone (Ricercatore, Roma)
72. Luisa Frova (Primo Ricercatore ISTAT, “Istituto Nazionale di Statistica”, Roma)
73. Chiara Murgia (Ricercatore INRAN, “Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione”, Roma)
74. Francesca Giannettino (Operatore sociale, Palermo)
75. Ermanno Tomassini (Geometra, Carvaglià, BI)
76. Mauro Fusco (Giurista, Napoli)
77. Barbara Feliciani (Writer/Producer comunicazione, Roma)
78. Massimo Musicco (Ricercatore CNR, Roma)
79. Mario Pagannone (Pensionato, Roma)
80. Paola Evangelisti (Collaboratore amministrativo, Crema)
81. Franco Ajmar (Genetista, Genova)
82. Francesca Terenzi (Dottorando, New York, NY, USA)
83. Stefano Morciano (Studente universitario, Milano)
84. Stefano Beretta (Impiegato poligrafico, Milano)
85. Franca Ricci (Insegnante, Roma)
86. Daniel Amit (Fisico, Roma)
87. Marco Zanchi (Formatore/Ricercatore, Bergamo)
88. Silvia Camagni (Consulente FAI Scuola, Milano)
89. Federico Oggioni (Studente, Firenze)
90. Emilia Cappelli (Ricercatore CNR – ISC, Montelibretti, RM)
91. Verena Penna (Impiegata, Roma)
92. Samuele Lo Piano (Studente, Prato, PI)
93. Mirella Izzo (Presidente onoraria Crisalide AzioneTrans onlus, Genova)
94. Alessandro Golinelli (Scrittore, Milano)
95. Valeria Meroni (Direttore RSA, Como)
96. Angelo Farina (Fotografo, Menaggio, CO)
97. Anita Pallara (Studente, Bari)
98. Danilo Orlandino (Impiegato, Ancona)
99. Vincenzo Martegani (Fotografo, Morbegno, SO)
100. Margherita Greco (Psicologa, Milano)
101. Lidia Pellini (Segretaria, Milano)
102. Claudia Borreani (Psicologo, Milano)
103. Sergio Marsicano (Psiconcologo, Milano)
104. Luciana Murru (Psicologo, Milano)
105. Yvonne El Masri (Segretaria, Monza, MI)
106. Sergio Ceruti (Impiegato, Monza)
107. Andrea Rota (Studente, Seriate)
108. Renato Iacono (Volontario Marketing e Fund Raising)
109. Giovanna Vettori (Avvocato, Bologna)
110. Roberta Marcari (Psicologo, Roma)
111. Mirella Sartori (Pensionato, Roma)
112. Gianfranco Conti (Pensionato, San Felice di Segrate)
113. Piera Castelvetri (Pensionato, San Felice di Segrate)
114. Darianna Saccomani (Imprenditrice, Livorno)
115. Silvia Moroni (Studente, Bergamo)
116. Fiora Pezzoli (Psicoterapeuta, Biassono, MI)
117. Michela Di Pippo (Impiegata, Milano)
118. Mariella Orsi (Sociologa, Firenze)
119. Silvia Vida (Ricercatore universitario, Bologna)
120. Mariangela Vaglio (Insegnante, Spinea, VE)
121. Cinzia Ciampolini (Forte dei Marmi, LU)
122. Lidia Pellini (Cinisello Balsamo, MI)
123. Monica Perez Gila (Impiegato, Muggiò, MI)
124. Annamaria Abbate (Libera Cura, Cremona)
125. Mario Dal Gesso (Impiegato, Spinea)
126. Oriella Stamerra (Formatore, Saronno)
127. Marco Telaro (Imprenditore, Saronno)
128. Rosalba Arduino (Volontaria, Saronno)
129. Mariantonia Liborio (Pensionato, Roma)
130. Laura Falsini (Insegnante, San Piero a Sieve, FI)
131. Mariella Orsi (Sociologa, Firenze)
132. Maurizio Mori (Filosofo, Torino)
133. Alessandra Allocco (Artista, Nettuno, RM)
134. Vittoria Calvani (Pensionato, Roma)
135. Paola Ciardini (Impiegata, Firenze)
136. Elena Del Grosso (Genetista e già docente di Bioetica, Bologna)
137. Michela Volante (Redattore, Torino)
138. Luca Sivo (Dipendente, Roma)
139. Paola Cirio (Impiegata, Torino)
140. Bianca Rizzo (Palermo)
141. Marzio Bonfanti (Consulente informatico, Bergamo)
142. Laura Maragnani (Giornalista, Milano)
143. Giorgio Fabre (Giornalista, Roma)
144. Riccardo Borgioli (Bibliotecario, San Casciano V.P., FI)
145. Shirley Moore
146. Donatella De Gaetano (Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, Milano)
147. Michela Brengola Perego (Consulente editoriale)
148. Francesco Lenci (Dirigente di Ricerca CNR, Pisa)
149. Grazia Mieli (Psicologa, psicoterapeuta, Firenze)
150. Zaira Cattaneo (Assegnista, Pavia)
151. Arturo Guarino
152. Giorgio Frasca Polara (Giornalista e scrittore, Roma)
153. Stefania Podestà (Insegnante, Genova)
154. Marco Bellagamba (Artigiano Edile, Cogorno, GE)
155. Giovanni Dall’Orto (Giornalista, Milano)
156. Oreste Rutigliano (Segretario del comitato nazionale per il paesaggio, Roma)
157. Daniele Frasca Polara (Libero professionista, Palermo)
158. Camilla Guidi (Redattrice, Roma)
159. Paola Brengola (Scrittore, Roma)
160. Domenico Nuovo
161. Giuliana Michelini
162. Alberto Poluzzi
163. Silvia Pifferi
164. Pia Pera (Scrittrice, Lucca)
165. Alessandro Capriccioli (Commercialista, Roma)
166. Fausta Natella (Ricercatore, Roma)
167. Nicola Guaglianone (Sceneggiatore, Roma)
168. Giuseppe Regalzi (Traduttore, Roma)
169. Enrico Zegna (Libraio, Biella)
170. Maria Franca Ballocco (Libraio, Biella)
171. Giorgio Amati (Psicologo, Pavia)
172. Alessio Vaccari (Filosofo, Roma)
173. Carlo Batini (Docente, Milano)
174. Caterina Ferrari (Bioeticista, Roma)
175. Marcello Dondero (Impiegato, Lavagna, GE)
176. Sergio Treichler (Industriale, Milano)
177. Roberta Di Canio (Bioeticista, Bologna)
178. Serena Quattroccolo (Avvocato, Torino)
179. Sergio D’Orsi (Pensionato, Torino)
180. Giovanni Landoni
181. Paolo Baroni (Artigiano, Crema)
182. Daniela Danna (Sociologo, Milano)
183. Lorenzo Chieffi (Giurista, Napoli)
184. Donatella Corleo (Grafico pubblicitario, Palermo)
185. Orietta Callegari (Genova)
186. Giovanna Meneghel (Libero professionista, Padova)
187. Sonia Colognesi (Amministratore Arci E.R., Bologna)
188. Per LiberaUscita Giampietro Sestini (Segretario, Roma)
189. Nicola Spaggiari (Disegnatore, Reggio Emilia)
190. Erminia e Piancastelli (Napoli)
191. Corrado Piancastelli (Napoli)
192. Loredana Diglio (Giornalista, Roma)
193. Jana Cardinale (Giornalista, Marsala, TP)
194. Salvatore Bonadonna (Senatore Prc-Se, Roma)
195. Pietro Pagliarani (Consulente del lavoro, Cesena, FC)
196. Domenico Giuseppe Sala (Impiegato, Rimini)
197. Francesco Lantini (Producer, Roma)
198. Ilaria Marucelli (Giornalista, Firenze)
199. Mino Vianello (Economista, Roma)
200. Elisabetta Fuganti (Impiegata, Arco, TN)
201. Rosanna Della Coletta (Impiegata, S. Pietro di Feletto, TV)
202. Erika Scala (Impiegata, Roma)
203. Alberto Chiavazza (Dirigente, Rivoli, TO)
204. Federica Robusti (Studentessa, Rovereto, TN)
205. Jessica Iemma (Studente, Anoia, RC)
206. Licia Accardo (Sociologa, Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo, Torre Annunziata, NA)
207. Annalisa Anzelini, (Studente, Rovereto, TN)
208. Chiara Paola Barbasio (Psicologa, Torino)
209. Giorgio Denti (Pensionato, Roma)
210. Graziella Ferraris (Casalinga, Roma)
211. Roberta Diglio (Studente, Roma)
212. Iole Bellisomi (Pensionato, Genova)
213. Raffaele Carcano (Roma)
214. Donatella Lumini (Casalinga, Firenze)
215. Simona Magherini (Impiegata, Firenze)
216. Monica Virello (Padova)
217. Andrea Raccanelli (Fisico, Bonn, Germania)
218. Gino Pieri (Ingegnere, Manaus, AM, Brasile)
219. Eugenia Silvia Rebecchi (Responsabile legale Associazione Ayusya Onlus, Liguria)
220. Valerio Colamartini (Impiegato, Roma)
221. Mirella Veronese (Sarta, Pavia)
222. Luigi Iannelli (Studente, Pisa)
223. Franco Marchi (Libero professionista, Verona)
224. Roberto Fiorentini (Agente immobiliare, S. Bonifacio)
225. Margherita Bracci (Traduttrice, Roma)
226. Mimì Frasca Polara (Pensionata, Istia d’Ombrone, GR)
227. Luisa Mulas (Pensionata, Sassari)
228. Massimo Terrile (Rappresentante Movimento Antispecista, Correzzana, MI)
229. Grazia Simonali (Impiegata, Fauglia, PI)
230. Valeria Caponi (Studentessa, Roma)
231. Emilio Pagliarulo (Biologo, Vallesaccarda, AV)
232. Alessandra Bertoldi (Architetto, Verona)
233. Tiziana Marranci (Sassari)
234. Matteo Zanetti (Impiegato, Verona)
235. Davide Caldelli (Impiegato pubblico, Verona)
236. Maria Antonietta Dettori (Associazione Radicale, Sassari)
237. Marco Nardin (Studente, Padova)
238. Susanna Camusso (Segretario generale CGIL Lombardia)
239. Lella Brambilla (Segretario CGIL Lombardia)
240. Alessandro Carosi (Perito agrario, Roma)
241. Maria Teresa Capone (Sociologa, Eboli)
242. Emilio Mocchi (Traduttore, Valenza)
243. Silvia Canevari (Studente, Rovereto, TN)
244. Maria Chiara Pievatolo (Docente universitario, Pisa)
245. Marina Zela (Avvocato, Roma)
246. Damiano Bortolato (Ingegnere Elettonico, Padova)
247. Alessandro Poto (Vicepresidente Arcigay Roma-responsabile salute, Roma)
248. Genea Frau (Disegnatrice di fumetti, Roma)
249. Marina Romero (Docente universitario, Sassari)
250. Maurizio Mei (Imprenditore, Pisa)
251. Emilia Carla Pace (Ricercatrice Scienze Anatomiche e Morfologiche Comparate, Tignale, BS)
252. Paolo Ruggiu (Impiegato, Porto Torres, SS)
253. Francesco Palmieri (Pensionato, Roma)
254. Raffaela Luminati Shiastuka (Roma)
255. Maria Gabriella Basile (Impiegata, Palau, OT)
256. Giacomo Festa (Studente, Roma)
257. Daniele Paulis (Dottorando, Milano)
258. Pino Landonio (Consigliere comunale, Milano)
259. Roberto Grendene (Impiegato, Bologna)
260. John Gilbert (Docente universitario, Firenze)
261. Aldo Cardona (Pensionato, Ovada, AL)
262. Thelma Gramolelli (Operatore culturale, Modena)
263. Laura Dessì (Impiegata, Sassari)
264. Graziano Berton (Imprenditore, Belluno)
265. Luigi Agus (Storico dell’arte, Tempio Pausania, OT)
266. Maria Ceccherini (Assistente domiciliare, Tempio Pausania, OT)
267. Giovanni Solari (Agente di commercio, Genova)
268. Stefano Senatore (Studente, Trento)
269. Fernanda Guarducci (Pensionata, Firenze)
270. Rossano Casagli (Impiegato, Poggibonsi, SI)
271. Mario Palombo (Insegnante, Bergamo)
272. Per NoGod Giulio C. Vallocchia (Responsabile, Roma)
273. Piero Cerruto (Avvocato, Prato)
274. Antonio Nicolini (Quadro, Verona)
275. Rosangela Barcaro (Bioeticista, CNR, Genova)
276. Marina Manotta (Assegnista in Psicologia, Milano)
277. Maria Luisa Gori (Musicista e insegnante, Bergamo)
278. Raffaella Canali (Ricercatore, Roma)
279. Daniela Guida (Ingegnere, Acerra)
280. Pier Giorgio Nicoletti (Ricercatore CNR, Roges di Rende, CS)
281. Rita Gagliardi (Psicoterapeuta, Roma)
282. Giulio Arpaia (Studente, Bologna)
283. Giancarlo Baiano (Pensionato, Cagliari)
284. Lorenzo Bassi (Redattore, Scandicci, FI)
285. Gianfranco Ceresini (Ingegnere, Parma)
286. CarloAlberto Redi (Biologo della sviluppo, Pavia)
287. Matteo Seppi (Agente di Polizia Locale, Malcesine, VR)
288. Mauro Fusco (Avvocato, Napoli)
289. Gianni Frosali (Pensionato, Genova)
290. Paolo Izzo (Scrittore, Roma)
291. Michele Breveglieri (Sociologo, Verona)
292. Doantello Caroli (Insegnante, Forlì)
293. Giuliano Gennaio (Consulente politico, Roma)
294. Antonella Di Martino (Scrittrice, Ortonovo, SP)
295. Laura Muserra (Libero professionista, Brugherio, MI)
296. Maria Letizia Signorini (Impiegato, Milano)
297. Luca Schenato (Agente di commercio, Verona)
298. Angela Maria Rocchigiani (Biologo, Porto Torres, SS)
299. Federica Riva (Ricercartore, Pavia)
300. Mauro Van Aken (Docente Universitario, Milano)
301. Jolanda Ferrarin (Pensionata, Osnago, LC)
302. Laura Vercesi (Agricoltrice Diretta, Camponoce, PV)
303. Laura D’Addio (Dirigente Sanitario, Firenze)
304. Gabriella Palli Baroni (Scrittrice, Roma)
305. Alessio Artioli (Commerciale estero, Modena)
306. Lucia Bucciarelli (Musicista, Cormano, MI)
307. Glauco Rota (Dirigente, Buguggiate, VA)
308. Irene Capelli (Studente, Voghera, PV)
309. Andrea Carlo Toniolo (Analista programmatore, Castello d’Argile, BO)
310. Ugo Fabietti (Antropologo culturale, Milano)
311. Maria Mantello (Docente, Roma)
312. Tsabari Shahar (Direttore laboratorio di ricerca, Tignale, BS)
313. Silvano Vergoli (Funzionario RAI, Genova)
314. Gualtiero Massa (Agente di commercio, Genova)
315. Gabriele Viti (Assessore Comune di Cortona, AR)
316. Antonio De Lauri (Dottorando in Antropologia, Como)
317. Alessandro Branca (Fotografo, Milano)
318. Stefano Carrara (Impiegato, Casnate con Bernate, CO)
319. Francesca Marelli (Impiegata, Bergamo)
320. Massimo Lacapra (Studente universitario, Stradella, PV)
321. Rossana De Mattia (Pensionata, Roma)
322. Roberto Ribeca (Biologo, Roma)
323. Alessandro Chiometti (Presidente Ass. Cult. Civiltà Laica)
324. Gianfranco Spadaccia (Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Roma)
325. Anna Lazzaro (Insegnante, Licata, AG)
326. Mauro Zambellini (Insegnante, Somma Lombardo)
327. Chiara Monti (Agente immobiliare, Somma Lombardo)
328. Giovanni Andrea Coppola (Studente, Roma)
329. Nori Mangili (Impiegata, Milano)
330. Francesca Cazzaniga (Redattrice, Milano)
331. Silvia Mellano (Impiegata, Sant’Albano Stura, CN)
332. Giovanni Maffi (Consulente aziendale, Milano
333. Michela Ottolini (Attrice, Verona)
334. Jolanda Casigliani (Funzionaria Regionale, Comitato Nazionale Radicali Italiani, Torino)
335. Pisano Monica (Impiegata, Cagliari)
336. Guido Gonzato (Informatico, Verona)
337. Oliviero Farinelli (Studente, Lugano, CH)
338. Lara Scarsella (Psicoterapeuta, Roma)
339. Maurizio Margheritti
340. Paolo Di Pietro (Dirigente, Roma)
341. Ann Ross (Lettrice universitaria, Firenze)
342. Silvia Vegetti Finzi (Psicologa, Milano)
343. Per ADUC Vincenzo Donvito (Presidente, Firenze)
344. Sandro Spinsanti (Direttore Istituto Giano, Roma)
345. Roberto Calabrò, giornalista, Reggio Calabria
346. Emilia d’Andria
347. Silvia Vignato (Ricercatrice di antropologia culturale, Milano)
348. Luana Castell (Ingegnere, Meda, MI)
349. Alessandra Di Pietro (Insegnante, Ascoli Piceno)
350. Monica Durante (Imperia)
351. Michele Ballini (Geometra, Firenze)
352. Matteo Montanari (Biologo, Bologna)
353. Rosanna Vavassori (Impiegato, Bergamo)
354. Silvia Dei Giudici (Biologo, Sassari)
355. Gabriele Puccianti (Impiegato, Roma)
356. Cesira Celi
357. Donatella Carbonetto (Impiegato, Crema, CR)
358. Eleonora Linthout (Psicologa, Roma)
359. Fabrizio Sitzia (Dottorando neuroscienze, Bristol, UK)
360. Sonia Cavaliere (Dottorando farmacologia, Bristol, UK)
361. Salvatore Sisca (Studente, Isola della Scala, VR)
362. Antonietta Battelli (Dirigente scolastico, Roseto, TE)
363. Mauro Cosmai (Psicanalista, Roma)
364. Valerio De Paolis (Impiegato, Casoria, NA)
365. Gaetano Chirico (Studente, Torino)
366. Giorgia Di Tommaso (Studentessa, Roma)
367. Roberto Galione (Impiegato, Padova)
368. Carmela Interlandi (Psicologo, Cinisello Balsamo, MI)
369. Anna Oliverio Ferraris (Psicologo dello sviluppo, Roma)
370. Francesco Trane (Pensionato, Roma)
371. Baldo Conti (Redattore capo de “L’Ateo”, Firenze)
372. Stefano Monaco (Architetto, Milano)
373. Anna Maria Speranza (Psicopatologo dell’infanzia, Roma)
374. Valentina Bartali (Dottore in legge, Firenze)
375. Grazia Carosi (Psicologa)
376. Maria Turchetto (Storico, Venezia)
377. Raniero Bordon (Avvocato, Vicenza)
378. Berardino Ripani (Galliera, BO)
379. Nadia D’Angela (Impiegata, Frosinone)
380. Cristina Pedrini (Ragioniera, Cremona)
381. Cristina De Angelis (Impiegata, Firenze)
382. Ugo Semplici (Pensionato, Firenze)

sabato 23 giugno 2007

Gemelli e zitelle

Un fratello maschio può essere uno scocciatore, un vessatore e un gran prepotente nei confronti della propria sorella. Nel caso in cui sia un fratello gemello addirittura incide sulla percentuale di possibilità nel restare zitelle e senza figli. Colpa del testosterone. Questo sarebbe il risultato di una ricerca di Virpi Lummaa, biologia evoluzionista della University of Sheffield, UK (Twin brothers make women less fertile, Nature News,18 June 2007).

Mariti gelosi e amanti greci

Ad Atene, in fila per partire con destinazione per Londra, una donna ha fatto suonare il metal detector (Donna fermata con cintura di castità, Tgcom):

Così la polizia dell’aeroporto di Atene ha fermato un’insospettabile signora britannica per la pequisizione di rito senza tuttavia trovare nulla di metallico nelle sue tasche. Un mistero che la donna ha poi contribuito a svelare, confessando: “Porto una cintura di castità”.
Alle affermazioni della signora 40enne gli agenti della sicurezza stentavano a credere. Ma la donna, una turista di ritorno da un soggiorno nella capitale greca, ha assicurato che era tutto vero. A far indossare lo scomodo indumento di costrizione è stato il marito che, secondo il racconto della vittima, sarebbe ossessionato dalla gelosia e impaurito dagli “amanti greci”.
La cittadina britannica ha potuto imbarcarsi sul volo per Londra solo dopo che il pilota si è personalmente assunto la responsabilità di averla a bordo.
Non solo Paola Binetti, ordunque.

venerdì 22 giugno 2007

Predica bene, ratzola male

Predica bene, ratzola male è un documentario sulla situazione delle coppie di fatto nel nostro paese. Girato da due giovani registe, Sara Ballerini e Luna Coppola, è stato presentato il 30 gennaio scorso a Bologna, ma non ha poi trovato un distributore, nonostante dia spazio a tutte le voci (per esempio, vi vengono intervistati fra gli altri Daniela Santanchè e Franco Grillini).

Sul sito delle due registe si possono trovare vari materiali sul film e sulle sue vicende, e il trailer è disponibile anche su YouTube. Vale la pena di dargli un’occhiata, e se qualcuno potesse fare qualcosa di più...

giovedì 21 giugno 2007

Who Loves Designer Vaginas?

Se lo chiede Mark Morford («Who Loves Designer Vaginas?», SF Gate, 20 giugno 2007). Per dare un’idea dello stile (se il titolo non fosse bastato...):

Here is the thing you must know: It is all changing with incredible, butt-tingling speed. It is all fast becoming more than we ever imagined, with ramifications we are only beginning to fully taste. There is no stopping it. There is little that can slow it down. There is only the single, looming question: How will you respond? Will you recoil and gag and spit, or will you gurgle and swallow and smile?
Example: We are on the cusp of being able choose, should you so desire, the exact size and length and speed and eye color and specific pleasing fur markings of... your dog. And your cat. And your baby (well, minus the fur). And by the way, we have also invented new drugs to eliminate menstruation and we can now grow designer vaginas in the lab and plastic surgery is more common than bad sacrum tattoos and it’s becoming increasingly obvious that males of many species – including our own – are largely unnecessary for procreation (but not, say, parallel parking, the lifting of heavy things or buying you a nice postcoital breakfast).

Un giardino in ricordo di Piergiorgio Welby

Il Presidente del X Municipio di Roma, Sandro Medici, scrive riguardo alla bella iniziativa:

Giovedì 28 giugno, alle 10.30, il giardino di piazza San Giovanni Bosco verrà intitolato a Piergiorgio Welby. Saremmo contenti di vederti partecipe all’iniziativa per onorare insieme la memoria di un uomo che con la sua generosità ha permesso a noi tutti e all’intera società italiana di compiere un salto di consapevolezza. Grazie a lui disponiamo ora di una sensibilità più intensa sulla vita e la morte e sui confini tra esse. E soprattutto abbiamo compreso l’importanza di essere parte attiva di una battaglia su diritti civili che rispettino la coscienza individuale e l’autodeterminazione di sé, anche nei casi più estremi, anche laddove si configurino scelte irrimediabili.
La decisione di Welby di terminare la propria esistenza, dopo anni e anni di sopravvivenza artificiale, tra dolori inauditi e speranze via via smarrite, ha avviato un processo culturale e politico che finalmente ha trovato un primo approdo legislativo, attualmente all’esame del Parlamento. Al di là di come verrà definita la legge che regolamenterà il limite giuridico dell’esistenza nei casi di malattie irrimediabilmente incurabili, avremo finalmente restituito al sentimento umano, che è l’unica dimensione a cui spetta la scelta finale, ciò che oggi è spesso oggetto e non soggetto di accanimenti terapeutici. E potremo inoltre sottrarci a quella convenzione spirituale che pretende, in base a un presunto imperativo ultraterreno, di stabilire le nostre frontiere biologiche.
Né la scienza né la religione possono determinare se e quando la nostra vita trova la sua conclusione; a prevalere devono essere le nostre ragioni, i nostri sentimenti.
Piergiorgio Welby era un uomo eccezionale da vivo e lo è diventato ancor più scegliendo di morire. Noi del X Municipio l’abbiamo conosciuto e anche aiutato con i nostri servizi sociali, con il sostegno costante dei nostri operatori. Accogliendo la volontà politica del Consiglio municipale e del Consiglio comunale, ci sentiamo di regalargli simbolicamente il giardino di piazza San Giovanni Bosco, il luogo dove sei mesi fa l’abbiamo salutato: per ricordare e anche riabbracciare una persona che riusciva a sorridere anche nel dolore.
Per arrivare a piazza San Giovanni Bosco.
(Grazie a Mina Welby per averci informato e grazie per tutto il resto. E grazie anche a Sandro Medici).

George W. Bush pone il veto sulle staminali embrionali, Angelo Vescovi inizia una rubrica su Il Giornale

Angelo Vescovi ci ricorda (Staminali, la via giusta per guarire, Il Giornale, 21 giugno 2007) che lo scorso 7 Giugno 237 deputati Democratici e 37 Repubblicani hanno approvato un provvedimento che permette l’uso di fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali embrionali derivate da embrioni umani. Bush ha però bloccato il provvedimento imponendo il suo veto (due veti sui tre esercitati da Bush riguardano le cellule staminali embrionali umane!, il terzo riguardava il ritiro dall’Irak: 2 a 1 embrioni vs persone, insomma).
E poi commenta:

La vicenda è rilevante anche per il nostro Paese dove, passato il referendum sulla legge 40 - ed eccezion fatta per un dibattito, stanco, trascinato e con rari picchi di sterili contrapposizioni - l'argomento appassiona poco, senza attrarre un interesse che si concretizzi in scelte fattive, soluzioni pratiche e supporto efficace alla ricerca.
Poco importa che la strategia proposta da Bush l’avessimo delineata in Italia anni fa, in tempi non sospetti. Rischiamo di perdere l'ennesimo treno, tutti insieme, ricercatori, politici, pazienti, la società ed il Paese nel suo insieme. Le soluzioni esistono e coincidono con opportunità enormi. Le polemiche sterili e ideologizzate sull'argomento staminali hanno stancato ed è giunto il momento di fornire risposte concrete.
Il treno l’abbiamo perso, e da tempo. Proprio perché ci sono persone che giudicano morale e doveroso seguire la scelta salvaembrioni di Bush. Che mettono paletti nella ricerca (staminali embrionali contro staminali adulte contro staminali della placenta). E che non si rendono conto che affannarsi a difendere i concepiti come fossero persone finisce per calpestare i diritti di quanti sono persone senza dubbio!
Quanto alla sterilità e all’ideologia, era Vescovi che dichiarava, solo per fare un esempio («Non serve produrre nuovi embrioni», Avvenire, 19 maggio 2005):
Si può discutere fin che si vuole, ma l’embrione è vita, è già vita. Posso riavvolgere all’indietro il nastro della mia esistenza, e quando arriverò al momento della fusione dei due gameti ci sarà già tutto il patrimonio genetico che farà in futuro l’Angelo Vescovi che sono io oggi.
[…]
Accusano la Legge 40 di essere eugenetica, razzista, ma io non riesco a vedere... Chiaramente sono contrario alla clonazione terapeutica, comunque tutto il resto va lasciato alla libertà della persona, alla libertà della donna.
[…]
Se l’embrione è vita e la vita è un continuum, di embrioni nuovi non se ne fanno più. Il discorso deve considerarsi chiuso.
Tutti pareri argomentati, come si può vedere. Niente paura, perché Vescovi continuerà la sua rubrica su Il Giornale ogni giovedì e magari qualche motivazione salterà fuori.

1 embrione invece di 3

Le tecniche riproduttive comportano un rischio di gravidanze plurime. Pericolose per la salute della madre e degli embrioni, dipendono dall’impianto di più di un embrione nell’utero materno. L’incidenza è di circa il 25% dei trattamenti contro l’infertilità. Solo in Inghilterra sono morti 126 bambini che sarebbero vissuti nel caso di una gravidanza singola. Il trasferimento di più di un embrione è finalizzato ad aumentare le possibilità di avviare una gravidanza. Ma secondo una ricerca di Yacoub Khalaf, del Guy Hospital di Londra, aspettare che l’embrione si sviluppi fino a diventare blastocisti (5 giorni invece che 3) garantirebbe una percentuale di successo elevata, evitando di correre il rischio di gravidanza plurime. In un colpo solo verrebbe abbattuta la credenza che impiantando un solo embrione non si abbiano molte possibilità di avviare una gravidanza e il rischio di nascite premature e di neonati gravemente sottopeso.
Addirittura lo Human Fertilisation and Embryology Authority sta valutando se intraprendere azioni disciplinari contro quei centri in cui le gravidanze multiple occorrano in oltre il 10% delle fecondazioni artificiali.
E in Italia? La legge 40 impone di trasferire 3 embrioni, non importa la costituzione della donna, il suo stato di salute e la sua età. È la legge, e non il medico, a decidere. Suscita poi una certa perplessità la ritrosia da parte delle istituzioni di comunicare i dati del registro sulla PMA, che verosimilmente stonerebbero con il tentativo di convincere che la legge 40 sia una buona legge e che non abbia causato danni superflui ed evitabili.

(Oggi su E Polis con il titolo Questa legge che non tutela donne e salute)

mercoledì 20 giugno 2007

Clonazione terapeutica delle scimmie: finalmente!

Dall’ultimo numero di Nature l’annuncio di un passo potenzialmente molto importante verso il traguardo sospiratissimo della clonazione terapeutica degli esseri umani (Monya Baker, «Monkey stem cells cloned», Nature 447, 2007, p. 891):

Un gruppo di ricerca americano ha rivelato questa settimana che cellule staminali embrionali clonate a partire da scimmie sarebbero state finalmente create. La scoperta è stata annunciata il 18 giugno per mezzo di una presentazione dell’ultimo momento all’incontro annuale della International Society for Stem Cell Research, a Cairns in Australia. Questo risultato rianimerà senza dubbio le speranze che cellule analoghe possano essere prodotte per gli esseri umani.
«Aspettavamo questo momento da un bel po’», ha dichiarato Alan Trounson della Monash University di Victoria, Australia, che ha introdotto la presentazione.
Il lavoro è stato portato a termine da Shoukhrat Mitalipov dello Oregon National Primate Research Center di Portland, e dai suoi colleghi. Dopo aver rimosso i cromosomi da ovociti di scimmia non fertilizzati, gli scienziati li hanno sostituiti con nuclei di cellule epiteliali di una scimmia rhesus adulta (Macaca mulatta). Da un totale di 278 ovociti sono state ottenute 21 blastocisti (embrioni cavi a uno stadio precoce di sviluppo), dalle quali il gruppo di ricercatori ha derivato alla fine due linee di cellule staminali. I risultati devono ancora essere pubblicati.
Il fallimento di tentativi precedenti di clonare cellule staminali embrionali a partire da scimmie aveva portato molti esperti del campo a suggerire che caratteristiche specifiche dei primati rendevano forse l’impresa impossibile (C. Simerly et al., Science 300, 2003, p. 297). «Ora sappiamo che è possibile con i primati, come con altre specie di mammiferi», ha dichiarato Norio Nakatsuji dell’Università di Kyoto, che in passato aveva ottenuto linee di staminali di primati a partire da embrioni non clonati.
Un aspetto forse cruciale della nuova ricerca è costituito da un procedimento meno traumatico per rimuovere i cromosomi dall’ovocita, usando un software per imaging per guidare il processo, al posto della colorazione e della luce ultravioletta.
José Cibelli, un esperto di clonazione della University of Michigan di Ann Arbor, ha dichiarato che non sembrano esserci al momento evidenti motivi per cui le tecniche da impiegare nella produzione di cellule staminali embrionali umane tramite trasferimento nucleare debbano essere molto diverse da quelle usate con i primati non umani. Ma avverte anche che «quello che funziona nelle scimmie rhesus non funziona con i babbuini».
Il lavoro del grupppo dell’Oregon deve ancora essere replicato nelle scimmie, ma Renee Reijo Pera della Stanford University, California, progetta di applicare le stesse tecniche ad altre specie di primati, e sostiene che il successo con le scimmie dovrebbe portare nuova linfa all’impegno di trovare tecniche analoghe per gli esseri umani.

Aggiornamento: un commento su NewScientist.comHuman therapeutic cloning moves closer to reality», 30 giugno).

Un timer per i ventilatori meccanici

A testimonianza del clima che circonda il dibattito sul testamento biologico si materializzano prepotentemente due reazioni quasi sincrone nel leggere il bel pezzo di Anna Meldolesi (L’obiettivo è personalizzare la morte non stabilire una morte uguale per tutti, Il Riformista, 20 giugno 2007): la prima è sollievo e gusto nella lettura; la seconda è sgomento al pensiero che un simile paradosso temporale possa essere preso sul serio.

Per il testamento biologico si è messa davvero male. Più si allunga il dibattito, più la mediazione rischia di diventare cervellotica e più la matassa finisce per ingarbugliarsi. E se questo accade già in commissione Sanità, figuriamoci cosa potrebbe succedere dopo in aula. Ma allora, forse è il caso di gettare la spugna, dandola vinta a chi dice che possiamo anche fare a meno di una legge sul tema? Rinunciare sarebbe doloroso, e non solo per una questione di “laicismo identitario”. Il fatto è che di una norma c’è bisogno, perché ci sono due obiettivi da raggiungere. I cittadini devono poter contare sul fatto che le loro preferenze in materia di trattamenti medici saranno tenute in debita considerazione anche nel caso in cui non saranno più in grado di esprimerle. Mentre i medici devono poter contare sul fatto che non saranno perseguiti per aver rispettato le volontà dei malati, come invece sta succedendo a Mario Riccio. Dunque non è il caso di battere in ritirata. Ma poiché la strada appare sempre più in salita, può essere utile ricordare a Fiorenza Bassoli e agli altri mediatori dell’Unione che a forza di spaccare il capello in quattro si rischia di ritrovarsi con niente in mano. Prendiamo il caso dei trattamenti sostitutivi, quelli che vengono intrapresi per rimediare al deficit di funzioni complesse dell’organismo, come la ventilazione meccanica e la nutrizione artificiale. Per evitare il muro contro muro, si potrebbe tentare di distinguere tra nutrizione parenterale ed enterale, tra ventilazione a breve o lungo termine, tra diverse tipologie di pazienti, tracciando un confine arbitrario tra accanimento terapeutico e cure ordinarie. Concedendo solo qualcosa ad alcuni, forse si riuscirebbe a salvaguardare – almeno all’apparenza – i principi di tutte le parti politiche. Ma se per cercare una via d’uscita al disaccordo ci si affida ai tecnicismi, è difficile arrivare lontano. Una lezione, tutt’altro che esaltante, viene da Israele. Da un paio di mesi è entrata in vigore una legge che prevede la possibilità di redigere il testamento biologico e disciplina anche la sospensione delle cure nei pazienti coscienti che lo desiderano, purché abbiano davanti a sé meno di sei mesi di vita. Per arrivarci ci sono voluti sette anni: il ministero della Sanità ha istituito un apposito comitato di 69 membri nel 2000, la legge è passata quasi all’unanimità nel 2005 e la stesura delle linee guida ha occupato il tempo restante. Ma il risultato lascia perplessi e non soltanto per la severità di alcuni articoli. Il problema è che per mettere d’accordo il diritto all’autodeterminazione dei malati e le indicazioni dell’Halakhà, si è deciso di ricorrere a un escamotage dotando i ventilatori di un timer. Di tanto in tanto,dunque, i malati o i loro fiduciari devono confermare la volontà di riaccendere la macchina – i resoconti giornalistici parlano di un intervallo di 24 ore – altrimenti si ferma automaticamente. In questo modo nessuno deve sobbarcarsi l’onere psicologico di staccare la spina e il divieto religioso di interferire con la vita è salvo. Per il Sabbath gli ebrei ortodossi adottano una strategia simile, utilizzando scaldavivande semiautomatici per non compiere attivamente i gesti di accensione e spegnimento. Anche se ha ricevuto qualche commento benevolo – per esempio sul British Medical Journal – questo approccio alle tematiche di fine vita appare strampalato a chiunque non sia di religione ebraica e probabilmente anche a molti ebrei. Per quanto i parlamentari italiani siano ben provvisti di fantasia, difficilmente arriveranno a tanto. Ma la storia della legge 40 ci ha insegnato che anche noi siamo capaci di grandi pasticci bioetici, per esempio quando tuteliamo l’embrione più del feto. Allora come dovrebbe essere una buona legge sul testamento biologico? La migliore soluzione possibile, secondo il bioeticista cattolico Sandro Spinsanti, è racchiusa in un unico articolo, che potrebbe suonare così: «Quando risulta, in modo certo e documentato, che la volontà di una persona non in grado di intendere e di volere è di non essere sottoposta a un atto medico, eseguire questa volontà non è reato». Spinsanti si definisce “diversamente credente” perché non è disposto a seguire la sua Chiesa su qualsiasi terreno ed è consapevole di avanzare una proposta provocatoria. Il cuore del suo messaggio, però, è serissimo: aggiungere dettagli su dettagli è controproducente. Nascondendo le differenze dietro ad artifici e termini ambigui – come quello di accanimento terapeutico – si rischia di restringere gli spazi lasciati aperti dalla Costituzione, dal codice deontologico e dalla Convenzione di Oviedo. Ma seppure non fosse così, si correrebbe un altro pericolo. Stabilendo rigidamente quali trattamenti medici rientrano nella disponibilità dei malati, e a quali condizioni, si finisce per tradire lo scopo originario della legge, che dovrebbe rendere più personalizzata la morte di ciascuno anziché imporre per legge una morte uguale per tutti.