giovedì 13 settembre 2007

Proibizionismo per i fast food?

L’obesità affligge molte persone e implica problemi di salute più o meno gravi. Il consiglio comunale di Los Angeles discuterà in autunno un’ordinanza per arginare l’invasione di fast food nell’area meridionale, dove la loro concentrazione è massiccia e gli obesi sono il 30% degli abitanti (la media nazionale è del 20).
La proposta solleva diversi interrogativi, primo fra tutti: servirà a qualcosa? Sebbene appaia bizzarra, la moratoria sui fast food si inscrive in una strada spianata da tempo: dal proibizionismo classico dell’alcol al divieto di fumare nei ristoranti. Dalla messa al bando del foie gras per ragioni etiche (a Chicago) alla proposta di dimezzare le porzioni al ristorante (il fu ministro della Salute Girolamo Sirchia). Già alcuni Stati americani hanno regolamentato i fast food, per ragioni estetiche o di concorrenza. Sarebbe la prima volta a protezione della salute. Tuttavia il paternalismo fa storcere il naso a molti. E sembra trascurare un aspetto: il basso costo di un pasto mordi e fuggi. Anche su questo fronte South LA ha un primato non invidiabile: il 28% della gente vive in povertà, contro il 16,2 nazionale.
Inoltre, l’applicazione dell’eventuale moratoria inciampa nell’ostacolo di definire un fast food. Molti si sono attrezzati da tempo con menu poco calorici e insalate accanto ai cheese burger a due piani. Non è ingenuo e riduttivo identificare fast food e cibo dannoso? Non sarebbe preferibile percorrere la strada della corretta informazione in tema di nutrizione e salute? Nel dubbio, aggiungiamo un posto a tavola per lo Stato, o almeno in fila per pagare un McMenu.

(Quei fast food messi al bando negli Stati Uniti, E Polis).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' così inverosimile immaginare un futuro in cui il peso delle persone sia regolato per legge, con motivazioni di stampo salutista?
E chi pesa troppo o troppo poco verrebbe costretto a cure obbligatorie...

Tornando un po' più sul concreto e sull'attuale: fa un po' pensare che da una parte la tendenza è alla progressiva privatizzazione della sanità, per cui il cittadino già si trova a pagare (sia in senso metaforico che reale) *individualmente* per il proprio stile di vita; dall'altra si condannano e sanzionano (di nuovo, non solo in senso metaforico) determinate "dipendenze" (il fumo, il cibo) perché (questa è la giustificazione) altrimenti si finirebbe per pesare sulle casse pubbliche, cioè sulla collettività. Ma intanto, appunto, la sanità è sempre meno pubblica e sempre meno gratuita.

Martina ha detto...

Condivido il post solo in parte.

vado spesso negli USA dove ho anche vissuto.

I fast food sono ovunque per cui la cosa piu' facile è mangiare li'. Se ce ne fossero di meno magari sorgerebbero delle pizzerie o dei posti che servono cibo diverso, panini, insalate, ecc

Questo, poi è vero il cibo scadente costa molto poco ma non è a vantaggio dei poveri perchè:

- per nutrirsi basta meno della metà di quello che viene servito dalle porzioni-tipo americane

- con pochi soldi si mangia si' tanto ma poi alla lunga si finisce con il pesare molto e avere tutte le malattie correlate all'obesità e i poveri non possono certo permettersi grandi cure

quindi da un lato i ricchi obesi ingrasseranno anche le assicurazioni sanitarie, mentre i poveri graveranno sul servizio sanitario nazionale che in USA costa al cittadino medio molto piu' che in italia

per cui non mi sembrerebbe una cattiva idea ridurre anche le porzioni in USA

in cina dove i cittadini non sono di certo ricchi, le porzioni di cibo e bibite sono molto piu' piccole

ma cercate un obeso li'!!!


Ciao :-)

Chiara Lalli ha detto...

Yupa, in generale credo sia fallimentare un atteggiamento paternalista (a meno che non diventi una vera e propria di tirannia). La Sanità è un bel guaio, perché purtroppo ci tocca fare i conti con un bene prezioso, ma disponibile per molte meno persone di quante ne avrebbero bisogno. La questione degli stili di vita è molto controversa: entro certi limiti potrebbe rientrare in un discorso di libertà individuale e responsabilità (entro certi limiti molto stretti, per carità).

Martina, dubito che i cinesi siano meno obesi per le porzioni più piccole. Per quanto mi riguarda nutro dei sospetti su questo tipo di interventi, e mi sembra un po' ingenuo identificare fast food e cibo calorico e malsano. Come ho scirtto (e tutti sappiamo) nei fast food si trovano ormai cibi molto diversi e vari. Certo è più facile limitare il numero di fast food che educare le persone e insegnare loro i principi e i vantaggi della corretta alimentazione (tra l'altro, sappiamo bene, che non basta saperli: mi ritengo abbastanza preparata in materia, ma non direi di rappresentare un modello quanto ad alimentazione sana - se ci metti pure l'uso di altre sostanze "nocive", beh, il quadro è completo...)