domenica 15 aprile 2012

Verità e Vita

Il mese passato il Comitato Verità e Vita fa un comunicato stampa in occasione dei numeri relativi ai nati con tecniche riproduttive: Avvenire esulta: aumentano in Italia i figli della provetta.
Il Comitato condanna la legge 40 ed è coerente nel farlo, a differenza dei tanti difensori degli embrioni ma sostenitori della legge che ne fa scempio (chi difende gli embrioni non può giustificarne lo spreco nei tentativi di impianto e nei numerosi fallimenti, ovverto morti degli embrioni). Il Comitato condanna anche chi difende la legge 40 come male minore. E anche in questo caso è coerente.
La premessa del Comitato per difendere gli embrioni può essere attaccata (e non è la mia premessa), tuttavia ha un merito che manca a molti: posta la premessa, trae le conseguenze. E non si annoda la croda al collo come fanno gli altri, da Eugenia Roccella agli altri comitati cosiddetti prolife - che meglio sarebbe chiamare no choice - come Scienza&Vita.
Ecco alcune parti del comunicato del 16 marzo scorso.

Il quotidiano della Conferenza Episcopale “celebra” l’aumento dei cosiddetti “figli in braccio” da fecondazione artificiale. Ma produrre esseri umani in provetta è un bene o un male? Ancora una volta, il mito della legge 40 genera mostri.
[...]
Il teorema è, a questo punto, chiarissimo: si appoggia una legge definita “imperfetta”, elogiandola perché non fa diminuire, ma anzi incrementa, il successo della provetta. Dunque, si plaude a una legge che incoraggia il ricorso a tecniche intrinsecamente malvagie. Dimenticando completamente un paragrafo della recente Istruzione della Congregazione DIGNITAS PERSONAE, che tratta proprio  questi aspetti. Vi si legge al par. 14:
“Occorre tuttavia rilevare che, considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati è altissimo. (…….) In realtà è assai preoccupante che la ricerca in questo campo miri principalmente a ottenere  migliori risultati in termini di percentuale di bambini nati rispetto alle donne che iniziano il trattamento, ma non sembra avere un effettivo interesse per il diritto alla vita di ogni singolo embrione”.

Il nodo è esattamente questo: che si osserva la FIVET esclusivamente dal punto di vista dei “successi attesi” dagli adulti, occultando il cimitero di fallimenti che ad essi si accompagnano, in cui sono seppellite decine di migliaia di vite innocenti.
Verità & Vita ritiene che per un giudizio corretto sugli effetti pratici della legge 40 del 2004 è indispensabile non trascurare né tacere che, per ogni donna con figlio in braccio, vi sono numerosi figli e figlie che sono stati “sacrificati” (abortiti) in forza di questa legge.
Una legge che va contrastata sul piano culturale, invitando le coppie a non usarla, e a non produrre figli in provetta.  Una legge gravemente ingiusta contro il diritto alla vita, che è necessario contrastare e  superare non già con l’abrogazione libertaria, ma con una legge che vieti il dominio dell’uomo sull’uomo della fecondazione artificiale.

1 commento:

Angelo Ventura ha detto...

Gli embrrioni non sono persone. Bisognerebbe farlo scrivere mille volte sulla lavagna a quelli diAvvenire, e non solo.Dannati necrofili!