martedì 17 febbraio 2015

Quando l’Isis era qui


Da Cesare Cantù, Storia Universale, V: Epoche XV, XVI, 7ª ed., Torino, Pomba, 1852, pp. 376-77:
Le seguenti lettere si trovano nell’Archivio mediceo (corrispondenza di Napoli a. d.) e si ascrivono ad un anonimo, che seguì Ascanio Caracciolo nella spedizione contro i Riformati di Calabria:

«S’intende come il signor Ascanio per ordine del signor vicerè era sforzato a partire in posta alli 29 del passato per Calabria, per conto di quelle due terre de’ Luterani che si erano date fuori alla campagna, cioè san Sisto e Guardia. Sua signoria a Cosenza al primo del presente ritrovò il sig. marchese di Buccianico suo cognato, che era all’ordine con più di seicento fanti e cento cavalli, per ritornare a uscir di nuovo in campagna, e quella fare scorrere, e pigliare queste maledette genti: e così partì alli 5 alla volta della Guardia, e giunto quivi, fecero commissarj, ed inviò auditori con gente per le terre circonvicine a prender questi Luterani. Dalli quali è stata usata tal diligenzia, che una parte presero alla campagna; e molti altri, tra uomini e donne, che si sono venuti a presentare, passano il numero di millequattrocento: ed oggi che è il dì del corpo di Cristo, ha fatte quelle giuntar tutte inseme, e le ha fatte condur prigioni qui in Mont’Alto, dove al presente si ritrovano; e certo che è una compassione a sentirli esclamare, piangere e dimandar misericordia, dicendo che sono stati ingannati dal diavolo; e dicono molte altre parole degne di compassione. Con tutto ciò il signor marchese e il signor Ascanio hanno questa mattina, avanti che partissero della Guardia, fatto dar fuoco a tutte le case; e avanti avevano fatto mantellare quella, e tagliare le vigne. Ora resta a fare la giustizia, la quale, per quanto hanno appuntato questi signori con gli auditori, e fra Valerio qua inquisitore, sarà tremenda; atteso vogliono far condurre di questi uomini, ed anco delle donne, fino al principio di Calabria, e fino alli confini, e di passo in passo farli impiccare. Certo che se Dio per sua misericordia non move sua santità a compassione, il signor marchese et il signor Ascanio ne faranno di loro gran giustizia, se non verrà ad ambidue comandato altro da chi può lor comandare.
La prima volta che uscì il signor marchese, fece abbrucciare San Sisto, e prese certi uomini della Guardia del suddetto luogo, che si ritrovarno alla morte di Castagneta, e quelli fece impiccare e buttar per le torri al numero di sessanta: sicchè ho speranza che avanti che passino otto giorni, si sarà dato ordine e fine a questo negozio, e se ne verranno a Napoli. Di Mont’Alto, alli 5 giugno 1561».

«Fino a quest’ora s’è scritto quanto giornalmente di qua è passato circa a questi eretici. Ora occorre dir come oggi a buon ora si è incominciato a far l’orrenda justizia di questi Luterani, che solo in pensarvi è spaventevole: e così sono questi tali come una morte di castrati; li quali erano tutti serrati in una casa, e veniva il boja, e li pigliava a uno a uno, e gli legava una benda avanti agli occhi, e poi lo menava in un luogo spazioso poco distante da quella casa, e lo faceva inginocchiare, e con un coltello gli tagliava la gola e lo lasciava così: dipoi pigliava quella benda così insanguinata e coltello insanguinato, ritornava a pigliar l’altro, e faceva il simile. Ha seguito quest’ordine fino al numero di 88; il quale spettacolo quanto sia stato compassionevole lo lascio pensare e considerare a voi. I vecchi vanno a morire allegri, e gli giovani vanno più impauriti. Si è dato ordine, e già sono qua le carra, e tutti si squarteranno, e si metteranno di mano in mano per tutta la strada che fa il procacio fino ai confini della Calabria; se il papa et il signor vicerè non comanderà al signor marchese che levi mano. Tuttavia fa dar della corda agli altri, e fa un numero per poter poi far del resto. Si è dato ordine far venir oggi cento donne delle più vecchie, e quelle far tormentare, e poi far giustiziare ancor loro, per poter fare la mistura perfetta. Ve ne sono sette che non vogliono vedere il crocifisso, nè si vogliono confessare, i quali si abbrucieranno vivi. Di Mont’Alto, alli 11 giugno 1561».

«Ora essendo qui in Mont’Alto alla persecuzione di questi eretici della Guardia Fiscalda, e Casal di San Sisto, contra gli quali in undici giorni si è fatta esecuzione di duemila anime; e ne sono prigioni milleseicento condennati; et è seguita la giustizia di cento e più ammazzati in campagna, trovati con l’arme circa quaranta, e l’altri tutti in disperazione a quattro e a cinque; brugiate l’una e l’altra terra, e fatte tagliar molte possessioni.
Questi eretici portano origine dalle montagne d’Agrogna nel principato di Savoja, e qui si chiamano gli oltramontani; e regnava fra questi il crescite, come hanno confessato molti. Et in questo regno ve ne restano quattro altri luoghi in diverse provincie: però non si sa che vivin male. Sono genti semplici et ignoranti, et uomini di fuori, boari, zappatori; et al morir si sono ridotti assai bene alla religione, ed alla obbedienza della Chiesa romana. Di Mont’Alto, alli 12 giugno 1562 [sic]».

5 commenti:

Marcoz ha detto...

A chi sostiene che l'attacco dell'integralismo islamico è alimentato dal "vuoto" creatosi nella società occidentale, bisognerebbe chiedere quale tipo di "pieno" - cioè quale realtà di quale epoca cristiana - bisognerebbe contrapporre alla minaccia.

Anonimo ha detto...

Andiamo, Marcoz! Con sornionissima condiscendenza e in favore di telecamere è consentito al mussulmano qualunque l'asserire con pio candore che i terroristi non possono essere veri seguaci dell'Islam, che è solo pace e amore. Quegli assassini li avrà ispirati Satana... pardon, Iblis. Anzi, in fondo non sono altro che atei, putridi figli di questo secolo empio e detestabile, ecco.
Vuoi che i nostri apologeti en travesti non si concedano lo stesso argomento? L'auctoritas in persona e doppia natura li ha forniti di quel principio botanico-epistemico per cui dai frutti si conosce l'albero.
No, Marcoz, in quel di Calabria non stavano cattolici genuini, erano impostori che insozzavano il buon nome del club, e con la facile degnazione dell'oggi ci si può anche dire costernati per la sorte dei poveri protestanti ammazzati, non martiri ma ignoranti di quella Verità Salvifica© che hanno rifiutato abbracciando l'errore, che si è rivelato doppiamente mortifero, per il corpo e per l'anima.

Comunque il post di Giuseppe è prezioso.

Marcoz ha detto...

È vero, Shostakovich, come ho fatto a non pensarci?!?
Dopo aver dato siffatta dimostrazione di ingenuità, mi sarà difficile ritrovare pace ed equilibrio con me medesimo.

Anonimo ha detto...

Il "quando" è circa 450 anni fa, giorno più' giorno meno... Ma basta andare indietro di 70 anni per trovare qualcosa di simile in centro Europa, anzi, no, se non sbaglio i fatti di Sarajevo sono molto più' recenti. E allora, io non capisco il significato del post, la storia la conosciamo bene tutti: dobbiamo incazzarci coi cattolici, coi tedeschi, coi bosniaci, coi musulmani e con chi altri oppure le responsabilità penali sono personali?

paolo de gregorio ha detto...

@ giovannifrancesco-etc

Immagino che il senso del post sia che ognuno è libero di dedurne ciò che vuole. Nel caso mio, per esempio, vi leggo un maggiore incentivo a tenere la guardia oltremodo alzata rispetto a quanto avviene con l'ISIS poiché, per loro mano, secoli bui e drammatici del nostro passato potrebbero tornare in qualunque momento.